Ora la situazione è drammatica – dichiara il leader UILM – gli impianti si stanno lentamente spegnendo e tutta la linea produttiva si sta fermando, con gravi ripercussioni anche negli stabilimenti di Cornigliano e Novi Ligure, dove oggi inizierà uno sciopero di 24 ore. La grave responsabilità di ArcelorMittal – continua – è che a distanza di pochi mesi dalla stipula dell’accordo non sta rispettando gli impegni presi. È impensabile che un colosso mondiale dell’acciaio, alla prima difficoltà, si sfili e rinunci a investire e produrre. Ora siamo di fronte a una tempesta perfetta – prosegue – il Piano Ambientale, i lavoratori e il futuro industriale della più grande acciaieria europea sono in grave pericolo. Il governo deve risolvere urgentemente questa situazione che coinvolge 20mila lavoratori, tra diretti e indotto, e che mette a rischio il risanamento ambientale già avviato con importanti investimenti. Sui quotidiani si parla di 3mila esuberi – conclude – come possibile compromesso tra governo e azienda. In questi sette anni i lavoratori dell’ex Ilva hanno già pagato pesantemente, con la perdita di posti di lavoro e cassa integrazione. Basta! Vogliamo la tutela della salute e dei livelli occupazionali, rispettando gli accordi sottoscritti un anno fa.
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