Il libro: “L’età dei muri” (Feltrinelli)
Nel 1941 un soldato della Wehrmacht, Joe J. Heydecker, scavalca un muro e scatta le foto che testimonieranno il terribile esperimento del ghetto di Varsavia, nel cuore nero dell’Europa nazista. Intanto, lo storico Emanuel Ringelblum, imprigionato dietro quel muro con la famiglia, raccoglie dati, “contrabbanda storia” perché qualcuno la possa raccontare.
Quasi mezzo secolo dopo, John Runnings, un reduce canadese della Seconda guerra mondiale, è a Berlino per il venticinquesimo anniversario della “barriera di protezione antifascista”. Ed è il primo a salire sul Muro per abbatterlo. Sarà ricordato come il “Wall Walker”.
Nell’anno in cui cominciava la costruzione del simbolo della cortina di ferro, il 1961, un giovane giamaicano stava inventando un nuovo genere musicale per cantare la lotta contro l’oppressione politica e razziale. Il suo nome era Bob Marley e veniva da una famiglia che avrebbe fatto fortuna con il cemento: anche lui, senza saperlo, aveva in mano il suo pezzo di muro.
Da Varsavia a Berlino, dal Mar dei Caraibi alle spiagge della Normandia, per finire a oggi, al confine tra Messico e Stati Uniti e nella “fortezza Europa”, Carlo Greppi racconta quattro vite straordinarie che convergono nella trama inquietante del nostro tempo, l’età dei muri. Una storia globale scandita dalla costruzione di dispositivi con una struttura elementare e piuttosto arcaica, fatta di cemento armato, filo spinato o concertina, e un’origine comune: la guerra.
Oggi decine di barriere dividono popoli e Paesi. Sono state innalzate per ostacolare flussi migratori, per creare confini o per difenderli. In gran parte sono successive al 1989. E poiché “il mondo sembra in fiamme, e non sappiamo cosa verrà fuori da queste macerie”, comprendere il presente è il primo passo per immaginare un futuro diverso. Trent’anni fa, quando crollava il Muro di Berlino, pensavamo che fosse finita un’epoca. Ma era solo un nuovo inizio.
Gli altri incontri
Sono invece riservati agli studenti: il 20 novembre insieme ad Andrea Pau Melis ma alla Biblioteca Comunale di Assemini (ore 11:30) e giovedì 21 novembre alla Biblioteca Comunale di Decimomannu (ore 10:30) con presentazione del regista e attore Giancarlo Biffi.
È praticamente un sequel di “Non restare indietro” il nuovo romanzo che Carlo Greppi presenta nell’ambito del Festival Éntula: in “Bruciare la frontiera” (Feltrinelli, 2018) ritornano infatti i personaggi di Francesco e Kappa. Dopo avere visitato il lager di Auschwitz, questa volta Francesco per il diciottesimo compleanno vuole vedere la frontiera tra Italia e Francia nelle Alpi, raccontata dal nonno Dodo. La storia fatta dagli uomini prima e durante la Seconda Guerra Mondiale si interseca in un parallelismo purtroppo attuale con quella di Abdullah, che lascia la Tunisia per cercare di arrivare in Francia e incontrare Céline, la ragazza conosciuta online della quale si è innamorato.
L’autore: Carlo Greppi
Carlo Greppi (1982), storico e scrittore, ha collaborato con Rai Storia, organizza viaggi della memoria con l’associazione Deina ed è membro del Comitato scientifico dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, che coordina la rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea in Italia.
“L’ultimo treno. Racconti del viaggio verso il lager” (2012) ha vinto il premio Ettore Gallo, destinato agli storici esordienti. Per Laterza ha pubblicato 25 aprile 1945 (2018). Per Feltrinelli, l’ebook “La nostra Shoah. Italiani, sterminio, memoria” (2015), il saggio “Uomini in grigio. Storie di gente comune nell’Italia della guerra civile” (2016) e “Non restare indietro” (2016, premio Adei-Wizo 2017, sezione ragazzi).
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