I frutti di bosco, specie quelli surgelati e congelati, continuano a essere nel mirino per il virus dell’Epatite A. È notizia di questi giorni che un’azienda della San Joaquin Valley in California, la Wawaona Frozen Foods, ha ritirato dal mercato il mix di frutti di bosco, di lamponi e miscele di bacche congelate, distribuito al dettaglio da due catene di supermercati con le proprie etichette: Aldi e Raley.
Per ora la componente più sospetta sembra essere data dalle bacche, di origine cilena. La società ha dichiarato che, al momento, non sono state segnalate malattie associate ai prodotti. Wawona ha dichiarato che sta collaborando con i negozi al dettaglio e con i funzionari sanitari federali nel richiamo.
Resta però il problema delle bacche acquistate da aziende, anche europee comprese quelle italiane, che potrebbero avere acquistato la materia prima contaminata dal Cile per venderla direttamente o usarla come ingrediente per altri dolci congelati.
Il caso dei frutti di bosco contaminati con il virus dell’epatite A sbarca anche negli Stati Uniti e dimostra, evidenzia Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, quanto sia necessario riflettere sulle filiere internazionali e adottare provvedimenti armonizzati sui controlli.
Inoltre si invita il Ministero della Salute a fare una corretta valutazione del rischio, mantenendo una particolare attenzione sulla sorveglianza dell’Epatite virale A, relativamente alle partite di frutti di bosco fresche, surgelate o congelate, confezionate in mix con bacche provenienti dal Cile.