Si tratta di un pezzo non originale, preso da una mostra del museo storico di Dresda, a cui il post era dedicato.
Anche la moda è un aspetto. Fino ad oggi gli elementi dello stile militare seguivano l’alta moda – il commento.
Sul post compariva poi la scritta «retro» e il collegamento all’hashtag «Mode» (“Moda”).
Materiale sufficiente per sollevare molte polemiche fino alle scuse della Bundeswehr e del ministero della Difesa, guidato da Annegret Kramp-Karrenbauer. Con la pubblicazione si intendeva in realtà dimostrare l’influenza che le divise militari hanno avuto sulla moda nella storia, in Germania, la spiegazione.
Ma la foto è stata chiaramente un modo errato di comunicare il concetto:
Ieri abbiamo fatto un errore inaccettabile – si è giustificata la Bundeswehr su Twitter. La foto è stata subito cancellata dall’account, ha detto una portavoce del ministero alla Dpa, porgendo le scuse «in ogni forma».
Ovviamente è scoppiato uno scandalo internazionale e all’indignazione dei cittadini per un’immagine shock, si unisce quella di Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni si batte anche contro ogni tipo di rievocazione dei due regimi che hanno determinato un passato nefasto per la storia europea e mondiale, in un momento nel quale sta prendendo piede un’ondata neonazista in tutta Europa, perché è possibile che si utilizzino queste prassi per formare i baby neonazi del terzo millennio.
Lo sconcerto e il rigetto non sono però sufficienti e occorre fare molto di più. Chi ha il potere deve adoperarsi per dare un segnale chiaro e inequivocabile all’opinione pubblica.