Ogni anno, infatti, il 20 novembre viene celebrata questa giornata in quasi tutti i Paesi del mondo perché nel 1989, l’Assemblea Generale dell’Onu, in ossequio ai Diritti Umani, è riuscita a far passare una Convenzione dopo quasi 10 anni di lavori preparatori sui diritti dei bambini.
La Convenzione in questione riconosce tutti i bambini come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Il testo giuridico è composto da 54 articoli e da tre protocolli opzionali che riguardano i bambini in guerra, lo sfruttamento sessuale e le possibili procedure di reclamo degli stessi minori violati dei propri diritti.
La Convenzione è stata ratificata dal Nostro Paese nel 1991 ed è finalizzata al conseguimento dei principali obiettivi previsti da quest’ultima, come favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo, sviluppare in esso il rispetto della sua identità, della sua lingua e dei suoi valori culturali, ma più in generale il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, affinché il fanciullo sia preparato a vivere con responsabilità in una società libera e in uno spirito di pace e tolleranza tra tutti i popoli. È importante sottolineare che, tra gli obiettivi da perseguire per tutelare il diritto all’infanzia, è presente anche il rispetto dell’ambiente naturale.
Lo scopo principale della Convenzione è stato quello di cancellare per sempre l’idea del bambino come oggetto passivo incline soltanto alla potestà genitoriale. In tal senso, la ratifica del trattato pro-infanzia ha consentito di garantire il diritto alla salute, all’educazione, alla dignità e alla libertà di espressione, e ha raggiunto risultati giusti e tanto attesi come la fine delle pene fisiche e la creazione di un complesso di giustizia minorile distinto dall’usuale ordinamento giuridico degli adulti.
Ma oggi questi diritti vengono realmente rispettati? A guardare i numeri dell’infanzia rubata sembrerebbe purtroppo di no. Il rapporto globale di Save the Children del 2017 ci mette davanti agli occhi le principali cause che non permettono ai bambini di essere bambini.
Nella parte povera del mondo, ogni giorno, oltre 16.000 bambini muoiono prima dei 5 anni anche per malattie facilmente curabili come polmonite e diarrea, anzi, qui una percentuale impressionante di bambini, circa il 18%, viene al mondo senza vita, perché i neonati muoiono durante il parto non essendoci strutture idonee e un’adeguata assistenza medica per gestire le nascite premature.
Nella parte povera del mondo, quando non si muore di fame, si muore di malnutrizione o per un sorso d’acqua infetta o per un ginocchio sbucciato o per una puntura d’insetto, perché nelle nefaste Terre dell’infanzia negata tutte le strade portano alla morte! In molti Paesi dell’Asia e dell’Africa le spose-bambine (70 milioni tra bambine e ragazze minori!) devono posare precocemente le bambole e indossare un maledetto velo da sposa perché ad esse viene negato l’accesso all’infanzia, in quanto devono diventare mogli e madri troppo presto.
A rincarare la dose dell’orrore delle spose-bambine, si aggiungono altre pratiche lesive dei Diritti Umani come le mutilazioni genitali. Ai bambini maschi non tocca una sorte migliore, perché è sempre più diffuso l’atroce fenomeno dei bambini-soldato, questi ultimi vengono impiegati in operazioni militari e obbligati a conoscere la guerra e a fare la guerra!
Tra le cause principali dell’infanzia rubata vi è certamente la guerra e tutto ciò che a essa è legato: povertà, fughe, persecuzioni, violenze corporali e sessuali. Chi abita la parte sana del mondo, talvolta, cerca di far frode a se stesso aggrappandosi alle più sterili argomentazioni che rimandano alla diversità religiosa e culturale.
Allora le bambine che indossano il velo da sposa e i bambini che impugnano il mitra, sono solo quelli che hanno la pelle scura, molto scura come la loro cultura di appartenenza che non cerca spiragli di luce! E abitano luoghi lontani, lontanissimi, che a volte si individuano a fatica sulle carte geografiche! Per questo l’indignazione arriva, ma è fugace, perché la distanza culturale e geografica funziona da filtro e argine! È anche così che si nega l’infanzia ai bambini! È anche così che neghiamo l’infanzia ai bambini!
È inaccettabile che, nel 2019, e soprattutto dopo tanti sforzi che hanno portato 193 Paesi a un trattato internazionale per tutelare l’infanzia, nel mondo i bambini continuino a conoscere il male che noi adulti non vogliamo e non sappiamo evitare. È inaccettabile prendere atto del fatto che in molti Paesi del mondo i bambini debbano essere privati della propria infanzia e del loro diritto di essere al sicuro, di crescere, di imparare, di giocare, di sognare ed essere felici.
Il CNDDU, in questa delicata fase storica di emergenze umanitarie continue e drammatiche, si sente di inviare un accorato appello soprattutto ai colleghi della scuola italiana affinché rivolgano la loro attenzione ai minori, specie a quelli più bisognosi che sopravvivono e, ogni giorno muoiono, senza aver mai conosciuto nessun tipo di tutela e protezione.
Come sempre, alla vigilia di ricorrenze importanti, ci sentiamo di suggerire piccole attività simboliche per far sentire la voce dei Diritti Umani a scuola, luogo di crescita dei nostri studenti. Una favola per ogni Alvin è il titolo che abbiamo scelto, quest’anno, per le attività che svolgeremo con i nostri ragazzi. Alvin è il bambino che pochi giorni fa è tornato in Italia, dopo essere stato rapito e portato in Siria dalla madre, jihadista, per combattere con l’Isis. A lui e a tutti i bambini, a cui è stata negata l’infanzia, va il nostro pensiero.
Il CNDDU per diffondere, recuperare e rivalutare il bisogno di bellezza di cui l’infanzia è portatrice, ma soprattutto per favorire una consapevole riflessione tra i giovani, suggerisce la visione del film “Pinocchio” di Roberto Benigni, alle scuole secondarie di primo grado, e alle scuole di secondo grado un lavoro di analisi di due testi: il primo è “Bambini” della cantautrice Paola Turci, si tratta di una canzone molto profonda uscita proprio nel 1989, l’anno della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, il secondo testo è “Dite”, una poesia di Janusz Korczac.
“L’Umanità deve all’infanzia il meglio di ciò che ha da offrire”, non dobbiamo e non possiamo dimenticarlo!
Prof.ssa Rosa Manco, Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani