Alle ore 17:00, richiamati dal titolo “Spezia balla sardo“, i cittadini della bella città ligure sono convocati nella centralissima piazza Cavour per assistere e partecipare all’esibizione del “Gruppo Folk San Pietro” di Ittiri guidati da Giovanni Ladu.
L’intento di Pietro Pala, organizzatore dell’evento e presidente del Circolo sardo-spezino “Grazia Deledda”, è quello di far conoscere ai suoi concittadini il ballo sardo, una manifestazione culturale che conserva connotazioni estetiche originali e rigorosissime espressioni formali.
La tradizione del ballo è particolarmente sentita in Sardegna e suscita grande interesse antropologico e storico perché ha saputo conservare, dietro ai fini di svago, tracce delle originarie funzioni terapeutiche generate dall’interazione tra gesto e ritmi musicali.
Il ballo in piazza e sui palchi, da sempre elemento fondamentale di qualsiasi festa di paese, è stato adesso riscoperto dalle nuove generazioni come occasione di aggregazione e genuina espressione di sardità.
A La Spezia è stato chiamato il “Gruppo Folk San Pietro” perché sa esprimersi nel pieno rispetto della storia e della tradizione. Le sue coreografie, ispirate ai passi antichi delle varie zone dell’isola, vengono eseguite al suono della chitarra sarda di Salvatore Nuvoli, coadiuvati dalle armonie della fisa di Giuseppe Cubeddu.
Oltre alle originali tipologie di ballo il gruppo interpreterà, inoltre, canzoni folk del repertorio turritano. affidate alla voce del cantante Antonio Leonardo Spina.
Altro motivo di grande interesse per gli spettatori spezini sarà costituito certamente dai costumi dei ballerini. Gli abiti, sia maschili che femminili, sono infatti rimasti invariati nel tempo grazie all’usanza di riceverli in eredità dai propri genitori.
Le donne indossano ampie gonne modellate in centinaia di pieghe ed esibiscono una ricca quantità di gioielli antichi e preziosi; gli uomini si presentano con un corpetto rosso e un gonnellino nero. Le gonne delle donne, i gonnellini, i corpetti, i berretti e le ghette degli uomini sono confezionati in panno di lana, mentre le gonne estive delle donne sono in panno di cotone. Le camicie di uomini e donne e i pantaloni che i ballerini indossano sotto il gonnellino sono invece di lino. Le donne esibiscono filati di seta e tulle per adornare grembiuli, veli e pettiere. Tutti gli accessori presentano un vasto assortimento di tessuti antichi: terziopelo, fili di seta, broccato, strass e lustrini.
Anche i balli sono rigorosamente fedeli alla tradizione. Il movimento base della danza è costituito da un assecondamento ritmico quasi ieratico in cui il movimento è affidato esclusivamente agli arti inferiori, mentre la parte superiore del corpo si mantiene rigida. I vari passi procedono all’unisono con il ritmo musicale scandito dalla voce, dalla chitarra e dalla fisarmonica.
A beneficio dei nostalgici emigrati sardi e della curiosità degli spezzini il “Gruppo Folk San Pietro” eseguirà:
- “su ballu tundu“, il ballo sardo per antonomasia, interpretato a “sa logudoresa” (caratterizzata da una particolare coreografia con cui il cerchio dei ballerini si scioglie e si ricompone);
- “su passu torrau“, una danza molto veloce presentata in diverse varianti;
- “sa mammoiadina“, danza ispirata alla rigorosa cadenza dei balli barbaricini;
- “su dillu“, conosciuto come il ballo del saltello.
Ogni danza di riferimento sarà eseguita in varie coreografie, tra cui spicca quella del “ballo di San Pietro” con cui il gruppo chiuderà la propria esibizione.
Sarà il momento atteso dal pubblico per farsi trascinare dai ballerini e cimentarsi nel tradizionale e sempre coinvolgente ballo tundu.
Saverio Coghe