Uno dopo l’altro, i 21 precetti descritti nel libretto omonimo scritto dal filosofo L. Ron Hubbard, vengono letti e commentati dai ragazzi, portandoli a riconsiderare il loro punto di vista circa il comportamento del passato che li ha fatti arrivare fino a toccare il fondo e a provare esperienze che, in quelle circostanze, neanche loro pensavano fosse possibile provare.
Certamente valori come il rispetto di se stessi e degli altri, della famiglia e degli affetti, della proprietà propria e altrui, dell’ambiente e delle persone di buona volontà, delle leggi e della libertà di chi ci circonda, per un periodo della loro vita sono stati derisi e calpestati. Senza colpevolizzare nessuno, l’autore porta il lettore a ripensare a quegli atteggiamenti e a prendersi responsabilità del passato ma soprattutto per il futuro.
Queste riflessioni mi portano a ripensare ciò che ho combinato e che mi ha fatto provare l’esperienza del carcere e oggi mi costringe a vivere lontano dai miei affetti e da una vita normale – ha dichiarato GL, un ospite della comunità durante l’ultimo incontro –, ogni precetto scritto in questo libretto sono valori che abbiamo innati ma che non abbiamo ascoltato. Rivederli senza qualcuno che mi accusi, mi porta a ragionare sul mio passato e per me è un modo per rimettermi in discussione per cambiare per il futuro.
“Non esiste persona viva che non possa dar vita ad un nuovo inizio” scrive l’autore L. Ron Hubbard nell’epilogo del libro. Questo commento di GL dà valore a questa affermazione e accende un faro in chi per le ragioni più diverse, è entrato in un vortice che li ha travolti e con loro le famiglie, gli affetti, le amicizie e soprattutto con la loro stessa dignità di esseri umani.