Venerdì 15 novembre si comincia con un incontro, a partire dalle 17.30, dal titolo “Laconi, Làcana….terra di confine”. Il dibattito, condotto dal giornalista Giacomo Serreli, vedrà Giorgio Murru – direttore del museo delle statue preistoriche di Laconi – discutere con l’archeologo Raimondo Zucca il tema della scoperta dei limiti territoriali e culturali tra le terre romanizzate e le CivitatesBarbariae, alla radice di un conflitto culturale millenario.
Sabato 16 novembre invece, sempre alle 17.30, ci sarà la presentazione del libro “La presunta storia vera di Giulio e Giulia” di Giovanni Follesa. A seguire, alle 19.00, l’artista argentino Gasparato mostrerà al pubblico i frutti dei suoi spettacoli in giro per il mondo, con un evento esilarante, originale e ricco di sorprese. Ci saranno numerose scene di destrezza, magia, delirio e comicità, che attireranno il pubblico di tutte le età e nazionalitá perché il suo linguaggio é universale. Emoziona, diverte e stupisce, interagendo e improvvisando con il pubblico, riempiendo la scena di istanti unici, assurdi e inaspettatamente comici.
La tradizione indica nei resti all’interno del parco Aymerich i ruderi del castello di Laconi appartenente alla nobile famiglia e oggi immerso in una pittoresca vegetazione. Scavi archeologici e stratigrafie murarie hanno consentito di stabilire interventi di tempi diversi, che ne rendono la lettura assai difficoltosa. Si individua un edificio più antico, a pianta rettangolare, attraversato da un passaggio voltato a botte e preceduto da un ingresso con volte a sesto acuto. Sul lato destro del passaggio voltato è murata un’epigrafe, non ancora del tutto decifrata, che tuttavia riferisce della presenza di una porta e comprende una data: 1053. Probabilmente l’epigrafe apparteneva ad altro edificio ed è stata reimpiegata, in quanto le strutture denotano modi costruttivi propri del XIII secolo. Accanto a questa sorta di torre si erge il palazzo vero e proprio, residenza della famiglia degli Aymerich, marchesi di Laconi, dal XVII secolo. È costituito da un’ampia sala a pianta rettangolare, nel perimetro della quale si apre una serie di finestre ad arco inflesso, di tipo gotico-catalano.