A documentarci quanto successo anche le fotografie scattate che documentano un fatto a dir poco insolito e che non risulta mai accaduto prima anche perché da sempre, tutti coloro che risiedono o che lavorano in zona, ma anche quelli che vi transitano solitamente, hanno bene in mente che quelle “rientranze” sono da tutti considerate aree di parcheggio. A tal proposito, è bene ricordare la definizione di “MARCIAPIEDE” che viene data dalle “NORME FUNZIONALI E GEOMETRICHE PER LA COSTRUZIONE DELLE STRADE” del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Secondo il regolamento esso è “parte della strada, esterna alla carreggiata, rialzata o altrimenti delimitata e protetta, destinata ai pedoni.”. Nella fattispecie, la sussistenza di pavimentazione a raso rispetto all’asfalto stradale e gli appositi accessi, non possono non far propendere nel ritenere che quelle aree non siano dei marciapiedi ma delle zone di sosta concesse, in particolar modo, ai residenti dei condomini adiacenti così come tutti le hanno da sempre considerate.
Ancora una volta, quindi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, cercheremo di confidare nel buon senso del Comando della Polizia Locale di Lecce e a tal uopo rivolgiamo un appello al Comandante affinché provveda all’annullamento urgente in via di autotutela dei verbali in questione che appaiono oltremodo illegittimi, oltreché ingiusti per il luogo e le modalità in cui sono stati elevati. In caso contrario, non potremo non supportare tutte le iniziative che i “multati” vorranno intraprendere in ogni sede competente, a partire dagli ovvi ed inevitabili ricorsi in caso di mancato ascolto della presente richiesta.