Torna l’appuntamento annuale con la Giornata di Confcommercio “Legalità, mi piace!”, giunta alla sua settima edizione, incentrata sulla legalità, contraffazione e abusivismo.
Confcommercio per l’occasione ha realizzato, con Format Research, un’indagine sulla criminalità che colpisce le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti.
I temi trattati dall’indagine, realizzata tra l’8 e il 22 ottobre, e alla quale hanno partecipato 3.400 consumatori e 1.500 imprese, sono: il trend della contraffazione, i prodotti contraffatti più acquistati e l’utilizzo del web, le ragioni dell’acquisto illegale, il livello di informazione e l’identikit del consumatore “illegale”.
Altra indagine ha riguardato le imprese: la percezione sui fenomeni criminali, le imprese danneggiate dall’illegalità e gli effetti della contraffazione e abusivismo. Un’atra indagine inserisce la Sardegna in linea più in generale nel “Sud e Isole”.
Legalità, contraffazione e abusivismo in Sardegna
Per quanto riguarda la città metropolitana di Cagliari, dall’indagine presentata questa mattina dal presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, e dal direttore Giuseppe Scura, emerge che la percentuale di consumatori che hanno effettuato acquisti di prodotti contraffatti, pari al 30,2%, è inferiore al dato del Sud (32,9%) e in linea con quello dell’Italia 30,5%.
I prodotti contraffatti maggiormente acquistati dai consumatori di Cagliari sono:
- abbigliamento (57%);
- prodotti di pelletteria (44,6%);
- alimentari (32,9%).
Rispetto al dato del Sud i prodotti contraffatti più acquistati sul web a Cagliari sono i prodotti di abbigliamento (+16,9 punti). Per la maggior parte dei consumatori, l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato alla possibilità di “fare un buon affare” (72,1%, dato superiore alla media nazionale) e “perché non si dispone di denaro sufficiente” (63,8%, dato inferiore alla media Italia).
In linea rispetto al dato nazionale la percentuale dei consumatori di Cagliari che ritengono che acquistare prodotti illegali possa comportare dei rischi, mentre è più bassa rispetto al Sud.
L’82,2% dei consumatori è informato sul rischio di sanzioni amministrative, il dato è superiore sia rispetto alla media del Sud (66%) sia all’Italia (66,8%). C’è anche un identikit del consumatore “illegale”: in prevalenza uomo (56,1%), dai 25 anni in su, ha un livello d’istruzione medio (per il 47,7%), è soprattutto operaio, disoccupato e impiegato (per il 58%).
Il focus sui fenomeni criminali evidenzia che quelli percepiti maggiormente in aumento dalle imprese del terziario di Cagliari sono: i furti (22%, abbastanza inferiore al dato nazionale pari al 29%) e la contraffazione (20,1%, molto inferiore al dato Italia del 34,8%).
Il 30,7% delle imprese di Cagliari si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità, la percentuale è molto inferiore sia rispetto al dato nazionale (66,7%) sia al Sud (70%). Gli effetti della contraffazione e dell’abusivismo che pesano di più sulle imprese di Cagliari sono la concorrenza sleale (65,6%, dato superiore rispetto all’Italia) e la riduzione del fatturato (37,4%, dato in linea rispetto all’Italia).
Il messaggio che devono percepire tutti coloro che abitualmente acquistano prodotti contraffatti, o anche solo sporadicamente, è che il risparmio, come si crede nell’immaginario comune, non c’è – ha detto Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sud Sardegna – viene a mancare la qualità del prodotto, pertanto è compromessa anche la durata, e d’altra parte si danneggia tutto il tessuto economico della città che già si trova in una profonda sofferenza che cresce con il fiorire di nuovi centri commerciali.
Legalità, contraffazione e abusivismo nel Mezzogiorno
l trend della contraffazione nel Sud e Isole dicono che la percentuale dei consumatori che acquistano prodotti contraffatti è leggermente più alta, pari al 32,9%, rispetto alla media nazionale del 30,5%.
I prodotti contraffatti maggiormente acquistati dai consumatori del Mezzogiorno sono:
- abbigliamento (69,9%);
- alimentari (45,3%);
- scarpe e prodotti di pelletteria (37,9%).
Rispetto al dato nazionale i prodotti contraffatti più acquistati sul web nel Sud sono i biglietti “piratati” per eventi (+9 punti percentuali) e orologi, gioielli e occhiali (+5,9). Per la maggior parte dei consumatori del Sud l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato a motivazioni di natura economica (74% contro il 70% del dato nazionale).
Tra i fenomeni criminali percepiti maggiormente in aumento dalle imprese del terziario di mercato del Sud: abusivismo (39,9%, leggermente più elevato del dato nazionale del 34%), la contraffazione (35%, in linea con il dato Italia del 34,8%) e i furti (34,4%, poco superiore al dato nazionale del 29%).
Inoltre il 70% delle imprese del Sud si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità, percentuale di poco superiore al dato nazionale (66,7%). La concorrenza sleale (61% in linea con il dato Italia) e la riduzione dei ricavi (49% dato molto superiore al dato nazionale) sono gli effetti ritenuti più dannosi dalle imprese del Sud.
Questi dati devono farci riflettere soprattutto se pensiamo che la percentuale dei consumatori del Meridione che ritiene rischioso acquistare prodotti o servizi illegali è più alta del dato nazionale (97,2% rispetto al 91,4), che il 66% dei consumatori è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti e infine che nel Sud l’identikit del consumatore illegale è dai 18 anni in su, con un livello d’istruzione medio-basso (per l’80%) – ha detto il presidente di Confcommercio Sardegna Nando Faedda. – Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica.
I danni che percepiscono le imprese sono stati rimarcati anche dalla coordinatrice regionale Sara Pintus:
Lo dicono i dati, tra i fenomeni criminali percepiti in aumento, l’abusivismo, contraffazione e i furti, inoltre il 70% delle imprese si ritiene danneggiato dai fenomeni illegali, la concorrenza sleale e la riduzione dei ricavi sono gli effetti ritenuti più dannosi.