“L’associazione è stata ben rappresentata dal vice presidente Sergio Arduini – dice Ciotti – che ha letto un documento, esprimendo chiaramente la posizione del nostro sodalizio che è supportata da documenti, testimonianze e pubblicazioni.
Le marocchinate iniziarono nel luglio del 1943 con lo sbarco in Sicilia per poi propagarsi come un’epidemia in Campania, Lazio, Toscana e lambire anche Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna.
Ovunque passarono i coloniali francesi, ma molti soldati alleati non furono da meno, seminarono morte, dolore e distruzione. Queste sono realtà storiche inoppugnabili – prosegue Ciotti – alle quali alcuni rispondono con tesi non supportate da uguale rigore storico e che sono esempi di negazionismo e riduzionismo delle marocchinate. I nostri iscritti, durante il convegno svoltosi a Frosinone, hanno dovuto ascoltare interventi che giustificavano quelle violenze, con la solita motivazione che le marocchinate erano la risposta a crimini commessi dagli italiani.
Ammettendo per un attimo che questi crimini fossero realmente avvenuti, non giustificherebbero assolutamente quanto accaduto in Ciociaria e nel resto d’Italia: migliaia di donne italiane di ogni età picchiate, violentate e uccise; centinaia di uomini e bambini stuprati e spesso soppressi perché cercavano di difendere l’onore e la vita di sorelle, spose e madri; ruberie, razzie, furti di ogni tipo, incendi e devastazioni.
“I presunti crimini di guerra compiuti dagli italiani sono spesso frutto di propaganda e disinformazione – sostiene Ciotti – su due di questi episodi siamo in grado di fare luce grazie ai documenti ritrovati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. La prima bufala è quella di aerei italiani che avrebbero mitragliato le colonne di profughi francesi in fuga. Questa falsità venne già contestata nel 1944, 1945 e 1946 dalle autorità italiane, ma i francesi continuarono a propagare questa notizia.
I testimoni oculari di questi mitragliamenti sostenevano che gli apparecchi incriminati recavano sotto le ali la coccarda verde, bianca e rossa, mentre gli aerei italiani del giugno 1940 avevano i fasci littori sotto le ali come distintivo.
La seconda bufala è che i coloniali francesi in Ciociaria avrebbero addirittura scortato alle loro case i profughi costretti a scappare durante l’avanzata del fronte. A noi risulta che le colonne di sfollati furono sistematicamente attaccate dai magrebini francesi, che violentarono le donne e razziarono le poche cose che gli italiani avevano con sé.
In realtà le marocchinate non nascono come rivalsa per presunti crimini italiani – conclude Ciotti – ma hanno origine dal risentimento nazionale della Francia contro l’Italia per la dichiarazione di guerra del 1940, che i nostri “cugini” d’oltralpe non digerirono assolutamente. Per farci pagare questo affronto, invasa la penisola scatenarono le truppe coloniali e così, marocchini, algerini, tunisini e senegalesi, sfogarono la rabbia e la frustrazione sull’incolpevole popolazione civile, facendo assaggiare agli italiani l’amaro sapore della liberazione.”
Associazione nazionale vittime delle marocchinate