“Il laboratorio analisi di Olbia opera in condizioni critiche da troppo tempo, con un organico notevolmente ridotto rispetto a quelle che sono le esigenze attuali. Queste condizioni di perenne emergenza non possono essere più tollerate: in ematologia opera un solo tecnico per sei macchinari, nell’area cosiddetta del “siero 1” un operatore deve agire addirittura su quattro macchine, nell’area “siero 2″ la situazione è ancora più grave poiché le macchine da seguire da una sola persona sono addirittura cinque. Nella preanalitica, settore fondamentale per l’avviarsi delle operazioni, non c’è nessun addetto e il personale se ne occupa a rotazione quando ha la possibilità di allontanarsi dal proprio settore”.
“Attualmente al centro prelievi dell’ospedale San Giovanni di Dio possono essere serviti soltanto i pazienti con impegnativa che presenta la dicitura “urgente”, quelli muniti di un codice di esenzione e le donne in gravidanza. Tutti i “non esenti” sono invece esclusi”.
“Ci troviamo di fronte a un quadro assurdo, frutto di scriteriati tagli lineari lontani anni luce dalla realtà operativa della sanità pubblica. Per di più questa situazione vergognosa ha fatto registrare un crollo dei prelievi e una drastica riduzione delle prestazioni specialistiche erogate dal Laboratorio di Analisi dell’ASL di Olbia”.
Dal primo appello alla Regione ai fatti:
Dopo il sopralluogo al Laboratorio Analisi dell’Ospedale Giovanni Paolo II, il consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi – come annunciato in quell’occasione – ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio per chiedere all’assessore alla Sanità Nieddu la tempestiva risoluzione della situazione di estrema e continua emergenza in cui versa il laboratorio analisi della città gallurese.
“Oltre a creare un inaccettabile disagio per i pazienti, la carenza di personale danneggia enormemente l’ATS – spiega Li Gioi – in quanto, come più volte sottolineato in questi mesi dal primario della struttura, Dr. Flavio Lai, integra un danno erariale di circa 2.000 euro al giorno”.
Nell’atto promosso da Li Gioi l’elenco delle criticità nel dettaglio:
“Fin dal 1994 il laboratorio ospedaliero è aperto all’utenza “esterna” ma per poter adempiere all’enorme mole di lavoro quotidiano sarebbero necessarie sedici persone: una per la notte, due per il turno dalle 14 alle 20, sette per la copertura del turno mattutino a cui bisogna sommare le unità di personale a riposo, il recupero ore dei turni notturni e festivi, le assenze per congedo ordinario e malattia”.
“Dal 22 agosto scorso la situazione è peggiorata: le attività ambulatoriali di prelievo e raccolta campioni che nei centri territoriali sono state sospese”.
“Da allora sono state assunte due persone, ma il numero di personale in servizio risulta ancora gravemente insufficiente. Le attività non sono mai riprese a pieno regime, chi non rientra nella categoria “urgente” è costretto a rivolgersi da un’altra parte”.