IL FILM
“Il canto a tenore è un’espressione di quattro persone che cantano insieme: solista, bassu, mesu boghe, e contra. Il solista canta una poesia, gli dà una melodia, un’interpretazione personale, una nota chiave, e il tenore risponde all’accordo”. Comincia così, con la semplice definizione dei cantori orgolesi Franco Davoli e Antonio Garippa, “A bolu”, docufilm sul canto a tenore appena ultimato per la regia di Davide Melis e prodotto dalla società cagliaritana Karel.
Realizzato grazie a un contributo sul bando IdentityLAB dell’Assessorato regionale alla Cultura della Regione Sardegna, è stato pensato non come un’enciclopedia di gruppi e stili, ma piuttosto come un racconto corale nato direttamente dalla voce dei suoi protagonisti, uomini e ragazzi di tutta la Sardegna che lo hanno ereditato, lo praticano e lo tengono vivo ogni giorno, soprattutto lontano dai grandi palchi e dalle esibizioni di spettacolo. “Il tenore è questo – prosegue Garippa nell’introduzione del film – è cantare in un bar, dopo una cena tra amici, è cantare quando se ne sente il desiderio, senza forzature e per il piacere di cantare”.
Il racconto di “A bolu” si snoda attraverso le parole dei cantori che lo presentano nei suoi molteplici aspetti: il valore all’interno delle comunità, la sua evoluzione tra passato, presente e futuro, le differenze tra i paesi che rendono ogni gruppo unico, l’amicizia e l’armonia tra le voci. Tra aneddoti, ricordi, opinioni personali e punti di vista condivisi il docufilm ci presenta un mondo complesso e praticato da persone diversissime, dai pastori agli operai, dagli impiegati agli insegnanti, dagli studenti ai veterinari ai disoccupati tra giovanissimi, adulti e anziani (e persino bambini, come il tenore Sos Isteddos di Pattada). Ciascuno con la sua storia, le sue esperienze, il suo vissuto personale.
“Il docufilm ‘A bolu’ è il racconto di una pratica poetico musicale viva e fortemente radicata nelle singole comunità delle quali è espressione – così Sebastiano Pilosu, direttore artistico e scienti fico del progetto – Lontana dall’immagine stereotipata e folcloristica, appare una realtà complessa e affascinante, dalla quale emerge l’alto grado di consapevolezza del proprio fare dei protagonisti, un dibattito interno vivace, capace di ironia e autoironia. Non una semplice eredità del passato ma piuttosto il risultato di azioni e scelte individuali e collettive coscienti e ricercate che si
esprime all’interno di un sistema di valori poetici e musicali condivisi, per creare sempre nuova poesia e nuova musica. È il racconto di una maniera di fare musica che non può prescindere dalle persone, dalla loro storia e dalle loro individualità, dall’interazione tra i cantori e la comunità. ‘A bolu’ descrive così non una realtà statica e prefissata ma piuttosto una situazione in continuo divenire, dell’inafferrabile ‘volo’della sua immaterialità”.