Il Popolo della Famiglia Sardegna, appresa la notizia della nuova intesa Stato-Regione relativa alla finanza pubblica siglata a Roma, chiede al Presidente Solinas e ai partiti di maggioranza di dedicare una parte di questi fondi ad aiuti concreti alle famiglie sarde e alla lotta alla denatalità, una delle principali emergenze isolane.
Tra le misure che darebbero sicuramente ossigeno alle famiglie e all’economia sarda, andrebbero prese seriamente in considerazione il reddito di maternità e il quoziente familiare. La prima è una proposta d’iniziativa popolare presentata dal Popolo della Famiglia e per la quale sono già state raccolte 50mila firme ed è attualmente depositata in Parlamento in attesa di essere discussa. Era stata presentata il 14 marzo scorso in Regione Sardegna da Mirko De Carli, coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia, insieme al presidente di Fortza Paris, il generale Gianfranco Scalas, e al capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, che presero l’impegno di portarla avanti come legge regionale.
Ricordiamo – afferma il portavoce del PdF Sardegna – che la notizia rimbalzò su tutti i media e in tutta Italia, in quanto la Sardegna si impegnava a fare da apripista. Ci piacerebbe che la Sardegna fosse la prima in Italia a investire su un modello di famiglia che fa figli – aveva spiegato De Carli – anche perchè l’Isola ha i tassi di natalità tra i più bassi a livello italiano ed europeo.
Questa misura è da considerarsi una vera e propria bomba atomica contro la denatalità e l’inverno demografico e, in aggiunta, consegnerebbe alle mamme sarde un diritto in più: la scelta tra la carriera lavorativa o il potersi dedicare ai figli e alla famiglia senza troppe preoccupazioni. Il reddito di maternità, misura rivoluzionaria, considererebbe, finalmente, il dedicarsi esclusivamente alla famiglia come lavoro a tutti gli effetti e non un lavoro di serie B com’è attualmente percepito da una parte della popolazione.
Prevede mille euro al mese esentasse per le donne che scelgono di fare le mamme a tempo pieno. La legge punta a garantire il reddito per otto anni, facendolo ripartire ogni volta che nasce un altro figlio, mentre dal quarto in poi e in caso di diversamente abili, l’indennità diventa vitalizia.
La seconda misura, il quoziente familiare, è uno strumento di politica fiscale che nella tassazione del reddito prende in considerazione anche il numero dei membri della famiglia. Nasce da un’oggettiva esigenza di giustizia: non è equo, a parità di reddito, che un padre di famiglia con cinque figli sia sottoposto alla stessa imposizione fiscale di un single senza prole. Questo sistema, peraltro, in Francia è applicato dal 1950 e funziona perfettamente.