Negli ultimi anni si sono susseguiti sempre con maggior frequenza avvistamenti nel Mediterraneo, l’ultimo a Maiorca, dove il più temibile dei predatori del mare, il gigantesco squalo bianco, è stato fotografato il 28 giugno 2018 vicino all’isola abitata di Cabrera, a sud di Maiorca.
Tuttavia, nei giorni scorsi, da mercoledì un gruppo di orche nuota a pochi metri dalla costa di Cartagena, una città portuale situata nella regione sud-orientale della Spagna, la Murcia, proprio di fronte al porto. Si tratta della Orcinus orca (balena assassina) una specie occasionale nel Mediterraneo, definita peraltro ‘near threatened’ (prossima alla minaccia) nella Lista Rossa globale dell’IUCN delle specie minacciate 2017.
Da tempo gli studiosi si interrogano sulla questione del loro ingresso nel Mediterraneo, presumibilmente attraverso lo Stretto di Gibilterra. Ma il numero di avvistamenti recenti, concentrati prevalentemente nel Mediterraneo orientale, in particolare nel mar di Levante, induce a non escludere la presenza di una piccola popolazione residente.
Più sporadici gli avvistamenti nei mari italiani: nel mar Ligure, tra le Eolie e la Calabria, in Campania e alle Baleari. E si parla, comunque, di un totale di 34 incontri dal diciottesimo secolo ad oggi, come riportano Giuseppe Notarbartolo di Sciara e Alexei Birkun in “Conserving whales, dolphins and porpoises in the Mediterranean and Black Seas: an ACCOBAMS status report” (2010).
È per questo, dunque, che l’incontro fortunato con un branco così nutrito di orche nelle acque antistanti a pochi metri dalla costa di Cartagena, proprio di fronte al porto, promette di contribuire allo studio di questi straordinari odontoceti: nel Mediterraneo gli avvistamenti avevano in precedenza riguardato individui singoli o coppie, mai gruppi numerosi.
I cetologi potrebbero dunque, nell’imminente futuro, riconsiderarne lo status: si tratta realmente di una specie soltanto occasionale? Una casualità, forse, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, che sottolinea come il fenomeno che si sta studiando, del diffondersi di specie non endemiche nel Mediterraneo, è qualcosa a cui dovremo adattarci senza dover temere di fare un bagno in tutta tranquillità nei nostri luoghi tradizionali di balneazione.