L’ultima “novità”, in termini di tempo, riguarda il cantiere, da circa sei giorni senza vigilanza armata e chiunque può accedervi liberamente e fare man bassa di attrezzature e materiale depositato al suo interno. Altro aspetto, secondo quanto ci è stato riferito da alcuni ricoverati, riguarda la sala controllo esterna dell’ospedale, che dalle ore 19 alle ore 7 del mattino è priva di vigilanza.
Secondo la dirigenza, dal momento che gli allarmi sono stati sistemati tutti al piano terra, la vigilanza notturna non sarebbe più necessaria. Al riguardo, però, c’è da chiedersi: in caso d’incendio al piano terra, con impossibilità di raggiungere eventuali uscite, come si fa ad avvertire tempestivamente i Vigili del Fuoco? Soluzione alquanto illogica, quindi, quella adottata.
Altro allarme lanciato dai pazienti riguarda la mancanza di vigilanza notturna nei vari reparti, dove chiunque può accedere liberamente senza controllo alcuno. Al riguardo la direzione sanitaria ha assicurato di avviare quanto prima un intervento per garantire la vigilanza nelle ore notturne e assicurare maggiore tranquillità ai pazienti e agli operatori sanitari.
Ma un aspetto alquanto preoccupante sul futuro del Mater Olbia Hospital, è legato al passivo milionario accumulato dalle diverse società ad esso collegate, ossia la Sardinia Healthare and Reserce Properties S.r.l., la Luigi Maria Monti Mater Olbia S.r.l. e Mater Olbia Spa, tre società gestite da un unico centro decisionale, le quali nel 2017/2018 hanno accumulato debiti per circa 30 milioni di euro.
Come mai questo passivo? Resta inspiegabile, dal momento che alcune imprese artigiane sarde, per i lavori effettuati, vantano crediti tali che, se non onorati in termini ragionevoli, rischiano fallimenti a cascata. Un esempio per tutte è quello della società gallurese G3 SAS di Giovanni Mazzone & Company, che vanta circa 1.000.000.00 di euro nei confronti della ECF Group e Sardinia Healthare and Reserce Properties S.r.l.. Corre voce, in proposito, che in danno alla G3 SAS siano state utilizzate firme false, per dimostrare stati di pagamento che nella realtà non sono mai avvenute.
Siamo di fronte, dunque, a fatti e situazioni che non possono passare sotto silenzio e che evidenziano aspetti di fronte ai quali la famiglia dell’emiro del Qatar Al Thani, abbia deciso assunto di interrompere i flussi di liquidità per il completamento del compendio ospedaliero.
La situazione finanziaria, quindi, non è tanto florida. Intanto, sembra che la Regione abbia formulato una convenzione provvisoria per il 2019 per l’accredito di 5 milioni. Sembra, però che sia stata inserita una clausola secondo la quale lo stanziamento avverrà nel momento in cui la Mater Olbia Fondation risolverà alcune problematiche giudiziarie, connesse, a quanto pare, proprio alla Mater Olbia Hospital.
Va da sé che l’accredito di 5 milioni da parte della Regione, per il management del Mater Olbia sarebbe un vero e proprio toccasana per “tappare” una parte delle crepe finanziarie, pendenti a più livelli. Somma Per ora, assolutamente insufficienti per ultimare la serie di opere complementari della struttura sanitaria, compreso, tanto per citarne uno, l’immobile per l’idroterapia.
A questo punto sorge spontanea una domanda: quali certezze, dunque, perché il Mater Olbia Hospital conosca la piena operatività? Un bell’interrogativo, perché, volenti o nolenti, si deve prendere atto che le “casse” sono vuote.
Si è di fronte, dunque, ad una situazione finanziaria piuttosto critica e precaria, suffragata anche dal fatto che Giovanni Raimondi, Amministratore Delegato della Mater Olbia Sp.A., nel corso di un consiglio di amministrazione, ha proposto di dare incarico al Consigliere Dr. Lucio Rispo per “definire la struttura degli strumenti finanziari partecipativi, i quali dovranno avere una natura di quasi-equity, dovranno avere un ammontare minimo pari a Euro 12.500.000 e dovranno avere le condizioni previste dal Mater Olbia Scenarios Business Plan 2018 – 2022 al fine di coprire le perdite contabili della società”.
Ma Rispo dovrà impegnarsi anche “a cercare eventuali sottoscrittori e di trovare il collocamento degli strumenti finanziari partecipativi”.
Inoltre dovrà “chiedere all’azionista Qatar Fundation Endowment S.P.C. una lettera di impegno formale ai sensi della quale si impegni mettere a disposizione della sociaetà le risorse finanziarie pattuiteal fine di supportare il Mater Olbia Scenarios Business Plan 2018 – 2022 al fine di coprire le perdite contabili della Società”. attraverso un finanziamento soci subordinato concesso alla Societa a Condizioni di mercato, fino ad una somma…”
Se, da un lato, la gestione imprenditoriale dell’operazione Mater Olbia Hospital presenta una serie di lacune, non altrettanto può dirsi della responsabile gestione degli Hotel della Costa Smeralda. Chi gestisce quelle strutture alberghiere sono Manager responsabili che ogni anno portano interessanti utili alla Famiglia AL Thani. Per rendersi conto di come le cose funzionano, basta vedere i nuovi lavori che si stanno svolgendo all’interno dell’incantevole Hotel Cala di Volpe, dove lavorano imprese del territorio, regolarmente pagate.