Identikit dell’ipocisto
La flora sarda riserva sempre delle piacevoli sorprese, come abbiamo visto a proposito del mirto, del cardo selvatico e dell’elicriso. In questo articolo, invece, parleremo dell’ipocisto o “frori de murdegu“.
È probabile che lo conosciate già, dal momento che spunta dalle radici del cisto o “murdegu“, del quale rappresenta un parassita: esso, infatti, non è in grado di produrre da sé le sostanze nutritive perché è privo di clorofilla (il pigmento verde delle foglie) e perciò ha bisogno del cisto per vivere.
Le specie presenti in Sardegna, in particolare, sono due:
- l’ipocisto giallo (Cytinus hypocistis), che cresce sul cisto bianco (a);
- l’ipocisto rosso (Cytinus ruber), che cresce sul cisto rosa (b).
Benché il succo fosse usato come tonico, astringente ed emostatico dalle popolazioni sarde, solo recentemente l’Università di Cagliari ha studiato la composizione e le attività biologiche dell’ipocisto.
Approfondiamo la questione!
Ipocisto sardo: la ricerca di UniCa
Lo studio è stato condotto sugli esemplari di ipocisto giallo e rosso raccolti nel Monte dei Sette Fratelli (a 30 km da Cagliari) da cui sono stati ricavati degli estratti, successivamente analizzati con HPLC e MS.
Le analisi hanno rivelato la presenza di polifenoli (soprattutto tannini) in entrambe le specie di ipocisto, sebbene quello giallo ne contenesse di più:
- 12,2 vs 9,57 mmol GAE/g negli estratti alcolici;
- 8,88 vs 6,27 mmol GAE/g negli estratti acquosi.
I ricercatori, quindi, hanno testato in provetta gli estratti per valutarne gli effetti antiossidanti e antimicrobici. Ma cosa è emerso dalla ricerca?
L’ipocisto sardo è un potenziale antimacchia
I test hanno rivelato che gli estratti di ipocisto, in particolare quello giallo, possedevano capacità antiossidanti e antimacchia.
I polifenoli, infatti, oltre a “spazzare” i dannosi radicali liberi, hanno inibito la tirosinasi: un enzima che, in caso di eccessivo funzionamento, aumenta la produzione di melanina, favorendo la comparsa delle macchie brune.
Ma non finisce qui!L’ipocisto sardo è un potenziale antimicrobico
Dopo 24 ore di incubazione, gli estratti hanno ucciso i ceppi di S. aureus, S. epidermidis e S. faecium (alle concentrazioni di 62,5-250 μg/mL) grazie ai gallotannini, che alterano la permeabilità delle membrane batteriche.
A concentrazioni più basse, inoltre, gli estratti hanno ridotto la capacità di S. epidermidis di produrre il biofilm: un aggregato di polisaccaridi e batteri che si deposita sui cateteri, causando infezioni ospedaliere.
Sembra, infatti, che i gallotannini riducano la produzione dei polisaccaridi e l’adesione delle cellule batteriche alle superfici, “dialogando” con il DNA dei microrganismi.
In conclusione…
Lo studio, dunque, fornisce ulteriori evidenze sul fatto che i parassiti non sono nocivi in senso assoluto, in quanto danneggiano alcune specie ma ne aiutano altre, e questo vale anche per l’ipocisto
Nonostante sia dannoso per il cisto, infatti, contiene sostanze che, in virtù delle attività antiossidanti e antimicrobiche, si potrebbero usare sia come conservanti alimentari, sia come schiarenti e antisettici naturali.
Speriamo che ciò accada al più presto!
Jessica Zanza