A proposito dell’accorpamento dei reparti di chirurgia dei presidi ospedalieri di Isili e Muravera, un consigliere regionale ha dichiarato alla stampa: “Chiediamo la revoca dell’accorpamento dei reparti di chirurgia”.
Per dovere di cronaca, va ricordato che la maggioranza di centro sinistra della precedente Legislatura di cui l’on.le Eugenio Lai faceva parte con l’incarico addirittura di vice-presidente del Consiglio, inaugurò i tagli radicali al sistema sanitario pubblico in Sardegna. Con la delibera 1028 del 20/10/17 della sua maggioranza, la chirurgia del San Giuseppe di Isili veniva accorpata all’ospedale Marino di Cagliari. Operazione che non funzionò. Intanto le efficienti sale operatorie di Isili con l’alibi di un intervento sul sistema di climatizzazione venivano devastate e rese inutilizzabili.
L’attuale centro destra, con l’accorpamento della chirurgia del San Giuseppe di Isili a quella del San Marcellino di Muravera, ripropone lo stesso modello fallimentare della precedente maggioranza.
Il Piano di Riordino della Rete ospedaliera sarda del super-manager Moirano, voluto dalla giunta Pigliaru ed elogiato anche dall’attuale giunta di centro destra, in quanto esperto in tagli alla sanità, ha determinato la soppressione di reparti e di interi ospedali nei territori disagiati e a Cagliari.
Con il gioco dell’alternanza al governo della Sardegna, nulla è cambiato per la Sanità.
Al di là di Isili e Muravera, per la difesa degli ospedali pubblici, sono sul piede di guerra tutti territori sardi, dal Sulcis Iglesiente, al Mandrolisai, all’Ogliastra, a Ozieri, Alghero, La Maddalena, Tempio, Nuoro. Negli ospedali di Cagliari regna la disorganizzazione tra carenza di personale sanitario, sovraffollamento e lunghe liste d’attesa.
Al dramma si aggiunge anche la beffa.
L’on.le Lai che ha contribuito negli anni scorsi a decretare il disastro nel nostro sistema sanitario, oggi tenta di rigenerarsi come alfiere dei diritti perduti dei sardi. Ma non può essere credibile senza una profonda mea culpa.
Gli ospedali sardi continuano a crollare giorno dopo giorno e sulle macerie sventolano tutte le bandiere politiche.
Non è più tempo di show elettorali e di demagogia ma di azioni concrete. Chi governa deve sfilare di meno nei territori e agire di più nelle sedi decisionali.
La deputata Maria Lapia del M5S ha presentato in Parlamento un’istanza inerente l’accorpamento delle chirurgie Isili/Muravera, senza neppure distinguere le competenze in materia Sanitaria tra le istituzioni romane e quelle della Regione Autonoma. La deputata non può ignorare che il suo movimento politico governa in Italia e chi governa ha il potere di orientare e cambiare le cose ben al di là degli accorpamenti dei nostri ospedali, fra l’altro di competenza locale. A Roma il tema inerente la Sanità sarda non può prescindere da un ragionamento politico più ampio.
Con la demagogia e la povertà di conoscenza si insabbiano i problemi dei sardi, le soluzioni e le stesse responsabilità.
La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica denuncia la gravità dell’accorpamento delle chirurgie di Isili e Muravera, come metodo ormai sperimentato per sopprimere servizi nei territori disagiati. La Rete sollecita il ripristino e il potenziamento di ogni presidio ospedaliero pubblico sardo.
Le nostre comunità devono continuare ad opporsi allo smantellamento dei propri ospedali iniziato dal centro sinistra e portato avanti oggi dal centro destra. Le azioni demagogiche e gli interessi elettorali nuocciono alla nostra causa.
Claudia Zuncheddu – Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica