Ai Criteri Ambientali Minimi – la correlazione è diretta seppure non automatica – si affiancano le certificazioni richieste dalle stazioni appaltanti, pubbliche e private. È insomma importante, soprattutto per il settore edile, che le imprese mettano in evidenza il proprio modello di business ricorrendo a specifiche certificazioni e scegliere così tra SA 8000, ISO 14001, ISO 50001 e ISO 14064, che sono certificazioni applicate a livello di organizzazione, e invece le certificazioni di prodotto/servizio quali la Carbon Footprint, la Water Footprint, Remade in Italy e UNI 11352.
«I Criteri Ambientali Minimi rappresentano uno strumento che favorisce la trasformazione in senso “green” dell’attività edilizia, in riferimento al tema di estrema attualità e come da indicazione della Commissione europea, per la riduzione del consumo delle materie prime», ha detto in apertura dei lavori Silvio Alciator (Ance Centro Nord Sardegna). Dopo i saluti del direttore di Confindustria Centro Nord Sardegna Giansimone Masia, è intervenuta Patrizia Frau (Bureau Veritas), che ha presentato le attività in Sardegna di Bureau Veritas, ente presente sul mercato mondiale dal 1828 e che nell’Isola coinvolge un’ottantina di unità. «Il seminario vuole essere di supporto alle esigenze delle aziende sarde», ha poi precisato. «A settembre a un incontro a cui avevano partecipato anche molti comuni ci siamo accorti che avevano difficoltà a recepire i CAM, che hanno mille sfaccettature».
La Ue già nel 2013 sollecitava l’inserimento degli “acquisti verdi” nei piani nazionali. Il Codice degli appalti (decreto legislativo 50 del 18 aprile 2016) all’articolo 34 rende obbligatoria l’applicazione dei CAM da parte di tutte le stazioni appaltanti a prescindere dal criterio di aggiudicazione e dell’importo. «I criteri ambientali minimi sono dei veri e propri decreti ministeriali in cui vengono definiti requisiti specifici», ha ricordato Giulia Sebastianelli (Bureau Veritas). Riguardano tutti i settori merceologici, a cominciare dagli arredi e dai servizi energetici. In particolare, i CAM nell’edilizia (introduzione nelle progettazioni, per esempio, di un minor sfruttamento del suolo, del riutilizzo dei materiali inerti e di tutte le attività che portano a una riduzione dell’uso delle materie prime), vanno inseriti obbligatoriamente nella documentazione di gara. Periodicamente sono sottoposti a revisione: nel 2017 ce ne sono state ben due e attualmente è in via di definizione un’ulteriore rivisitazione. Anche la Legge Regionale 8/2018 all’articolo 27 (Piano d’azione per gli acquisti verdi) prescrive l’obbligo dei CAM da parte delle stazioni appaltanti che devono predisporre un Piano d’azione triennale per gli acquisti verdi per le procedure d’acquisto di forniture, servizi e realizzazione di opere e lavori pubblici
«I CAM portano anche incentivi economici. Per esempio, a riduzioni di cauzione in caso di aggiudicazioni di gara. Aspetti che non vanno tralasciati. Non si tratta insomma solo di adempimenti burocratici. Ci sono delle vere e proprie premialità», ha infine ribadito Francesco Rossi (Bureau Veritas).