Una mattinata intera per ricordare, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, la figura dell’uomo politico e dell’intellettuale che fu fondatore, primo segretario generale della CISL, nonché ministro per il Mezzogiorno e le aree depresse.
Nella sede della CISL territoriale, il 5 novembre dalle 10:30, si alterneranno al microfono il segretario generale Pier Luigi Ledda, che introduce i lavori, a seguire gli interventi di:
- Giuseppe Gallo, presidente della fondazione Tarantelli;
- Pasquino Porcu, già segretario generale della CISL di Sassari;
- Francesco Marcorelli, autore del volume: «Giulio Pastore e il nuovo osservatore»;
- Monsignor Gian Franco Saba, arcivescovo metropolita di Sassari.
Alle 12:30, le conclusioni del dibattito saranno affidate a Gavino Carta, segretario generale della CISL Sardegna.
L’evento è inserito nel quadro delle iniziative promosse dalla CISL territoriale nell’ambito del «Patto per cambiare Sassari e il Nord Ovest della Sardegna».
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Chi era Giulio Pastore?
Attivista dell’Azione cattolica, responsabile dell’Unione della confederazione italiana dei lavoratori e direttore del settimanale cattolico Il Monte Rosa, è costretto dal fascismo ad abbandonare la Valsesia per riparare a Monza, dove collabora con Achille Grandi, assumendo la direzione del giornale Il Cittadino.
Perseguitato dai fascisti, torna a Novara dove resta fino al 1935, quando, dopo la nomina dell’amico Luigi Gedda a presidente della Gioventù cattolica, viene chiamato a Roma come direttore tecnico dell’Associazione. Nel 1927 nasce il figlio Pierfranco, che prenderà la via del sacerdozio e diventerà vescovo, direttore della Sala Stampa vaticana, segretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali.
Nel 1942 Giulio Pastore si lega ai gruppi democristiani della Capitale e viene arrestato dalla polizia fascista per essere liberato solo dopo l’8 settembre 1943. Aderisce alla DC e, in qualità di segretario organizzativo, gestisce la campagna elettorale nelle elezioni del 1946 per l’Assemblea Costituente, alla quale viene eletto per il collegio Torino-Novara-Vercelli.
Primo segretario nazionale delle Acli, scomparso il suo maestro Achille Grandi, lo sostituisce come responsabile della corrente sindacale cristiana della CGIL unitaria, quindi dà vita alla LCGIL (Libera confederazione generale del lavoro). Nel 1950 è tra i fondatori della CISL, sindacato d’ispirazione cattolica di cui sarà segretario generale fino al 1958. Leader della sinistra sociale della DC, si dimette dal governo Tambroni quando quest’ultimo ottiene l’appoggio del Movimento sociale italiano.