Interverranno Alessio Neri, responsabile Sardegna Associazione Startup Turismo, Giuseppe Melis Giordano, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università di Cagliari, Silvia Murruzzu, cultural project manager presso il Consorzio di Centri d’Arte e Musei Camù e consulente per la progettazione di Imago Mundi Onlus, Moreno Frau, ricercatore esperto di strategie di marketing, Mario Paffi, presidente Viseras, Silvia Di Passio, community manager SpopLab-Nughedu Santa Vittoria, Paola Serrittu, co-fondatrice e project manager LandWorks, Antonio V. Sotgiu, co-ideatore del progetto Foghíles-Semestene e Maurizio Orgiana, fondatore della rete Tourism Under 40.
Seconda meta europea dopo la Spagna, l’Italia ha nel turismo un affare da 42 miliardi di euro e 94 milioni di turisti. Enit fotografa la situazione, ne offre un quadro complessivo molto positivo e in crescita mettendo però anche in luce le disparità territoriali: due terzi della spesa sono concentrati in 5 regioni mentre in alcune città il rapporto tra turisti e residenti supera il 66%.
Il turismo low cost dal canto suo ha permesso di aumentare i numeri assoluti di un settore che vale quasi il 6% del Pil ma ha aggravato il fenomeno del cosiddetto overturism, turismo di massa mordi e fuggi, che ha pesanti impatti ambientali e sociali. In tutto questo le aree interne rimangono spesso fuori o ai margini delle rotte turistiche più battute, aggravando di riflesso il declino economico e conseguentemente il fenomeno dello spopolamento.
D’altro lato si moltiplicano le esperienze di sviluppo locale dal basso, capaci di mobilitare nuove energie e riattivare il tessuto economico locale attraverso il coinvolgimento di Istituzioni, imprese, Associazioni e comunità locali, approccio funzionale alla realizzazione di progetti capaci di implementare nuovi modelli di sviluppo turistico diffuso e sostenibile.
Nel corso dell’evento saranno condivisi con la platea casi concreti relativi a progetti capaci di creare occasioni di crescita territoriale e sociale: da “Monumenti Aperti”, che coinvolge una sessantina di comuni sardi, a casi più specifici come Mamoiada, Semestene, l’Argentiera e Nughedu Santa Vittoria. Saranno inoltre analizzate le buone prassi territoriali in modo da valutare la replicabilità dei modelli.