Nella nostra regione le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nella popolazione adulta. La mortalità in lista d’attesa, secondo i riscontri degli operatori del settore, oscilla tra il 5% e il 7% annuo. Appare pertanto inconcepibile come i pazienti del Nord Sardegna che si rivolgono al centro di cardiochirurgia di Sassari debbano attendere anche dieci mesi per sottoporsi a un intervento di vitale importanza. Tempi biblici dovuti al fatto che il numero di chirurghi in pianta organica è del tutto insufficiente a soddisfare la domanda del territorio. Le richieste di interventi cardiochirurgici provenienti dal bacino d’utenza del Nord Sardegna sono circa 600 all’anno. Un numero che supera di gran lunga la capacità di offerta del centro cardiochirurgico di Sassari, il quale attualmente riesce a garantire circa 350 interventi all’anno. Una mole di lavoro enorme rispetto alle 180 operazioni che potrebbe garantire, considerando l’attuale pianta organica, e che viene tuttavia svolto grazie al lavoro straordinario e non remunerato dei medici, coloro i quali, con sacrificio e spirito di abnegazione, provvedono a limitare gli effetti devastanti di questa grave carenza in ambito sanitario. Questa situazione sottopone a un gravissimo stress lavorativo il personale medico e infermieristico ed è facilmente intuibile che non potrà durare a lungo con pesantissime conseguenze per i pazienti in lista di attesa. Il quadro descritto non è fatto di soli numeri, ma di persone che muoiono per la mancanza di posti letto.
Questa la denuncia della capogruppo del M5S Desirè Manca che, attraverso una mozione in Consiglio, chiede alla Giunta e all’assessore alla Sanità di impegnarsi attivamente per restituire il diritto alla salute ai cittadini sardi troppo spesso costretti ai cosiddetti viaggi della speranza per poter sopravvivere.
La Giunta e l’assessore alla Sanità Nieddu – continua Desirè Manca – devono adottare tutti i provvedimenti necessari affinché le criticità della dotazione organica del personale, quelle infrastrutturali e quelle logistiche che riguardano la carenza di attrezzature, vengano superate in modo da poter fornire un servizio adeguato alle richieste del territorio. La mancanza di pianificazione, inoltre – sottolinea la capogruppo dei Cinque stelle -, ha importanti ricadute sulla razionalizzazione della spesa sanitaria. Il rimborso per le spese operatorie richiesto dalle regioni alle quali i sardi si rivolgono più spesso, come Lombardia, Toscana, Lazio e Liguria, è più alto in media del 10 % rispetto al costo della stessa prestazione nei centri sardi. I viaggi della speranza che i nostri conterranei sono costretti ad affrontare quindi sono pagati a un prezzo più alto, ma a fronte di questa spesa non vanno incontro a un’offerta qualitativa migliore. Infatti, i dati del Ministero della Salute (AGENAS), che misurano la qualità delle prestazioni erogate in ambito nazionale, pongono il centro di cardiochirurgia di Sassari tra i primi in Italia per qualità offerta. La Regione deve tenere conto di questi dati e risolvere con urgenza questa situazione. Dobbiamo tenere a mente che non tutti i sardi hanno la possibilità economica di affrontare le spese per farsi operare fuori dall’Isola, in tanti sono costretti ad aspettare, con la consapevolezza che questa lunghissima attesa potrebbe costare loro la vita.