Una delle manifestazioni più attese in Sardegna: la rassegna regionale de su priciolu si svolgerà a Villanovaforru il 9 novembre. L’appuntamento è per le ore 19.00 sul sagrato della Chiesa di San Francesco D’Assisi. Parteciperanno produttori di vari paesi della Sardegna: Collinas, Furtei, Gonnostramatza, Samassi, Sardara, Villamar e Villanovaforru.
La manifestazione, giunta all’ottava edizione, nasce con l’intento di riscoprire le tradizioni e i principi della tradizione contadina, e di promuovere l’unicità e genuinità dei prodotti alimentari sardi.
Su piriciolu può essere visto come uno dei simboli della povertà, che ha caratterizzato la cultura contadina o può essere anche interpretato come simbolo di sopruso; essendo il vino che is meris (padroni) davano a is serbidoris (servitori), poiché questi non erano ritenuti meritori di bere un vino fatto di sola uva.
Il comitato spontaneo “La Confraternita di Don Piriciò” organizza la manifestazione utilizzando su piriciolu come simbolo e bandiera di quei gusti e sapori che la globalizzazione e la massificazione cercano di far sparire.
La manifestazione è resa possibile grazie ai produttori di vino che offrono gratuitamente il loro prodotto per essere degustato, criticato dai partecipanti e giudicato da una giuria di esperti. L’evento è patrocinato dal Comune, la Pro Loco e l’associazione culturale “Su Enau”.
Come si produce su piriciolu?
Composizione: 25% uva macinata; 25% mosto; 50% acqua
Il tutto messo in un tino e coperto perché non prenda aria. Rimestare quotidianamente, da minimo di un giorno a un massimo di tre giorni consecutivi. Trascorsi i quali, va torchiato e messo a fermentare in barrique. Tre settimane e si può bere.
La manifestazione, giunta all’ottava edizione, nasce con l’intento di riscoprire le tradizioni e i principi della tradizione contadina, e di promuovere l’unicità e genuinità dei prodotti alimentari sardi.
Su piriciolu può essere visto come uno dei simboli della povertà, che ha caratterizzato la cultura contadina o può essere anche interpretato come simbolo di sopruso; essendo il vino che is meris (padroni) davano a is serbidoris (servitori), poiché questi non erano ritenuti meritori di bere un vino fatto di sola uva.
Il comitato spontaneo “La Confraternita di Don Piriciò” organizza la manifestazione utilizzando su piriciolu come simbolo e bandiera di quei gusti e sapori che la globalizzazione e la massificazione cercano di far sparire.
La manifestazione è resa possibile grazie ai produttori di vino che offrono gratuitamente il loro prodotto per essere degustato, criticato dai partecipanti e giudicato da una giuria di esperti. L’evento è patrocinato dal Comune, la Pro Loco e l’associazione culturale “Su Enau”.
Come si produce su piriciolu?
Composizione: 25% uva macinata; 25% mosto; 50% acqua
Il tutto messo in un tino e coperto perché non prenda aria. Rimestare quotidianamente, da minimo di un giorno a un massimo di tre giorni consecutivi. Trascorsi i quali, va torchiato e messo a fermentare in barrique. Tre settimane e si può bere.