Si tratta della XXXII edizione del presepe vivente di Campora, frazione di Agerola, splendido borgo dei Monti Lattari che fa parte della Costiera Amalfitana, con una delle rappresentazioni della Natività più suggestive dell’intera Campania. L’evento si svolgerà anche il 29 Dicembre, 4 Gennaio dalle ore 16 e 30 alle ore 21. Previste degustazioni degli antichi sapori.
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Agerola è una vera terrazza sulla Costiera Amalfitana. Tanti i sentieri da vivere tutto l’anno come ad esempio il Sentiero degli Dei Un percorso altrettanto suggestivo, immerso nel verde dei boschi e delle felci dei Monti Lattari, è quello che attraversa il Vallone delle Ferriere, che prende il nome dai ruderi delle ferriere di origine medievale.
Il Sentiero dei Tre Calli regala invece una piacevole scalata sul Massiccio Tre Calli, così chiamato per la tipica conformazione della dorsale rocciosa posta sulla valle, composta da tre cimali. Tra questi: Sentiero dell’Orrido di Pino (lunghezza 5 Km), Sentiero delle Fonti (lunghezza 5 Km), Sentiero della Praia (lunghezza 4 Km), Sentiero Denti del Gigante (lunghezza 7 Km) e Sentiero dell’Alba (lunghezza 4 Km).
Ad Agerola è possibile ammirare opere di interesse architettonico e culturale come i resti del Castello Lauritano, una roccaforte realizzata con pietre calcaree ed immersa nel verde, visitare il Santuario di Maria SS. del Rosario, che custodisce una statua considerata miracolosa ed ancora la Chiesa di Santa Maria la Manna dove è invece custodita la Madonna della Manna, la Chiesa di S. Matteo Apostolo e la Chiesa di S. Martino. Da visitare anche il Museo Etnoantropologico che raccoglie e custodisce tutta la storia antica del territorio, e tra le sue opere più preziose la Croce Processionale, una croce bifacciale, con motivi decorativi medievali, risalente al XV secolo.
Le prime tracce di presenza umana nel territorio risalgono molto probabilmente alle Prime Età del Ferro. Agerola è famosa nel mondo per la produzione di prodotti caseari come la mozzarella.
In seguito ai danni arrecati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., il suolo fu coperto da un metro e mezzo di pomici per cui si registrò un certo spopolamento anche se l’allevamento bovino dovette rimanere florente, tanto che nella seconda metà del II secolo d.C., Galeno, medico di Marco Aurelio e Commodo, nel “De metodo memendi” (V,12) vantava la bontà e le qualità terapeutiche del latte prodotto sui Monti Lattari. Giuseppe Ragosta –