Santa Lucia porta un nome speciale. Su di lei non ci sono tante notizie e forse nel sociale aveva altri nomi rispetto a quello con il quale la conosciamo. Ma questo nome dice quello che è stata la sua vita: piena di luce e la sua azione è stata improntata a mantenere viva la luce battesimale.
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Così l’altro ieri l’arcivescovo di Sassari, monsignor Gian Franco Saba, si è rivolto ai tanti fedeli, pazienti e operatori sanitari, che si sono ritrovati nella piccola cappella al piano terra del Palazzo Clemente, per celebrare la festività della patrona della vista. Una festa che si svolge ogni anno con grande partecipazione e con la grande collaborazione del personale dell’unità operativa Clinica Oculistica diretta dal professor Francesco Boscia. L’arcivescovo ha sottolineato la necessità di mantenere viva la luce della fede che deve illuminare il cammino da vivere insieme.
Vogliamo ritrovare la gioia di stare assieme – ha detto in apertura della celebrazione il cappellano del Santissima Annunziata, don Piero Bussu – e dobbiamo accogliere il sacrificio come testimonianza di vita, che deve suscitare in noi il desiderio di essere un’unica famiglia, uno spirito che vorremmo si instaurasse in ogni ambito ospedaliero.
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L’arcivescovo quindi, dopo la concelebrazione con i cappellani del presidio ospedaliero, don Piero Bussu, padre Eugenio Pesenti e don Paolo Mulas, con il rettore del seminario di Sassari, don Andrea Piras, i sacerdoti don Antonio Tanca e don Angelo Demontis e due seminaristi, ha fatto visita ai pazienti del reparto di clinica Oculistica, accompagnato dai medici del reparto, dal direttore generale Nicolò Orrù e dal direttore amministrativo Chiara Seazzu.
L’animazione del coro, durante la celebrazione liturgica, è stata curata dal dottor Jacopo Marzano.
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