Il primo, alle 10.30 nel consueto spazio dell’Aula Consiliare del Comune, è l’incontro con uno dei più importanti direttori delle fotografia in Italia, Vladan Radović, e la presentazione delle foto realizzate nell’ambito del laboratorio “Luce isolata” in collaborazione con il Circolo Fotografico f/7.1: l’isola di Sant’Antioco guardata con gli occhi di chi cerca ambientazioni per un film. Nato a Sarajevo, Vladan Radović ha lavorato in numerosi film diretti da registi italiani come Paolo Virzì, Laura Bispuri, Matteo Rovere oltre che in alcuni lavori girati in Sardegna, come “Sonetàula” di Salvatore Mereu e “Figlia mia” di Laura Bispuri. È il direttore della fotografia di “Il traditore” di Marco Bellocchio, in concorso quest’anno al Festival di Cannes e candidato per l’Italia agli Oscar 2020.
Il pomeriggio si apre alle 15.30 con “Sound and Images”, masterclass sulla musica applicata alle immagini condotta da Emanuele Contis (musicista e compositore per immagini, sound designer, CEO e cofondatore della società INDÒRU – Boutique del Suono che si occupa della creazione di suoni e musica per cinema, TV, videogames, pubblicità, web & media), nel corso del quale verrà presentata una videoclip prodotta nell’occasione.
Si rimane nell’Aula Consiliare del Comune per la proiezione, a partire dalle 17.30, degli ultimi sette cortometraggi inseriti nella sezione Intrecci Mediterranei, alla presenza dei registi Randa Maroufi, Eitan Pitigliani e Azedine Kasri.
Una domenica di aprile, un kibbutz nel nord di Israele, un fenomeno naturale e una famiglia in un giro improvvisato, forse l’ultimo: recita così la sinossi di “Parparim” (“Butterflies”, 2019, 8′), dell’israeliano Yona Rozenkier che apre la serie di filmati in visione. “Sinirda” (2018, 13′), del turco Aysegul Sahinbozkir, è ambientato invece in una regione di confine, lontana e dimenticata, dove un soldato ha compagnia per la prima volta da mesi: una storia di speranza e libertà. Un pittore e sua moglie sono i protagonisti di “Mémorable” (2019, 12′), corto d’animazione scritto e diretto dal francese Bruno Collet: i due vivono eventi strani, l’universo intorno a loro sembra cambiare, mobili, oggetti, persone lentamente perdono il loro realismo, a volte si disintegrano.
“Bab Sebta” è il nome in arabo di Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco (2019, 20′), che dà il titolo al corto della marocchina Randa Maroufi: documenta una serie di situazioni osservate in questo luogo di frontiera, dove migliaia di persone lavorano ogni giorno, teatro di traffici di manufatti venduti al ribasso. Classe 1987, studi in Belle Arti a Tetouan e in Francia ad Angers e a Le Fresnoy, Randa Maroufi è nata a Casablanca e attualmente vive e lavora a Parigi. il campo della sua sperimentazione comprende l’occupazione dello spazio pubblico e le questioni di genere, di cui evidenzia i meccanismi fondanti.
Brahim, un meccanico algerino nato in Francia, sogna di portare suo figlio Yann negli Stati Uniti, che vorrebbe piuttosto scoprire il paese dalle sue radici; ma l’amministrazione francese li spingerà a fare un viaggio diverso: questa la trama di “Timoura” (2019, 26′) del regista algerino Azedine Kasri, selezionato in quindici festival e vincitore di tre premi, tra i quali il Grand prix du Nil (migliore cortotometraggio) al Luxor African Film Festival – LAFF.
È invece una storia d’amore tra un giovane modello di successo e una ragazza argentina incontrata per caso, quella raccontata dal romano Eitan Pitigliani nel suo quarto cortometraggio, “Insane Love” (2018, 20′), un film che si è aggiudicato più di quarantacinque selezioni e undici premi nei primi sei mesi dall’inizio del suo percorso.
Un’altra coppia è infine al centro dell’ultimo corto in visione, “Background”, (2018, 15′), dello spagnolo Toni Bestard: un ragazzo anonimo e grigio, attratto dall’insolita bellezza di una donna giovane e enigmatica, cerca di suscitare la sua attenzione nel mezzo di un universo peculiare, in cui bisogna rispettare un insieme di norme stabilite, come parlare senza emettere suoni ma solo muovendo le labbra, ballare senza musica o camminare più volte in una strada senza una destinazione apparente.
Spento il proiettore nell’Aula Consiliare del Comune, il festival si trasferisce per l’ultimo atto della sua quindicesima edizione nella sala presso Da Achille, in via Nazionale 82, dove alle 22 parte la festa di chiusura sulle note del Mediterranean Ensemble, la formazione internazionale costituita appositamente per il festival, con la direzione artistica di Emanuele Contis. Sul palco, reduci dalla loro esibizione di tre sere prima (giovedì 5 dicembre) col loro progetto “(Re)cantos da Alma”, il violoncellista Davide Zaccaria, la cantante portoghese Maria Anadon e il chitarrista André Dias, insieme a sei musicisti di casa in Sardegna: Stefania Secci alla voce, Mauro Sigura all’oud, Andrea Granitzio al pianoforte, Tancredi Emmi al contrabbasso, Daniele Russo alla batteria, oltre allo stesso Emanuele Contis al sax. L’ingresso a questo, come a tutti gli altri appuntamenti del festival, è libero e gratuito. Per aggiornamenti e altre informazioni: www.passaggidautore.it – www.facebook.com/passaggidautore.
La quindicesima edizione di Passaggi d’Autore: intrecci mediterranei è organizzata con il contributo del MIBACT – Direzione Generale Cinema, della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Sant’Antioco e della Fondazione di Sardegna, e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna, dell’Unicef-Italia e del Touring Club Italiano.