Giù il sipario sul Babel Film Festival, il primo concorso internazionale dedicato alle produzioni cinematografiche nelle lingue minoritarie, che nella giornata di sabato 7 dicembre ha incoronato i vincitori di questa sesta edizione.
Dopo una settimana di incontri e proiezioni, sono stati assegnati i premi Maestrale per il miglior lungometraggio (6 mila euro), miglior corto (2 mila e 500) e miglior documentario (2 mila e 500).
I verdetti sono maturati al termine di un quotidiano confronto interno alla giuria, guidata dalla regista Fiorella Infascelli e composta dal regista e sceneggiatore Marco Antonio Pani, dall’animatrice e regista di animazione Michela Anedda, dal segretario generale di ELEN (European Language Equality Network) Davyth Hicks, dal direttore della fotografia Mario Brenta, dalla regista del Quebec orientale Crystal Dawn Jerome, e dal produttore e regista Daniele Maggioni.
Per il miglior lungometraggio è stato votato We will be happy one day di Pawel Wysoczański (Polonia, 2011, o.l.: silesian/polish), un film ambientato in un distretto molto povero della Slesia, nella Polonia meridionale, in cui si dipana la storia di Daniel, che per cercare di fuggire dalla povertà inizia a girare un film con il suo cellulare.
Pawel Wysoczański è un regista, sceneggiatore e produttore. Si è laureato in regia alla Krzysztof Kieślowski Film School presso l’Università della Slesia a Katowice. È autore di: Punto di vista, Sulla strada, Saremo felici un giorno, Jurek premiato nei festival cinematografici di tutto il mondo. Dal 2011 è esperto del Polish Film Institute. In collaborazione con il Consolato polacco a Toronto, dirige seminari cinematografici con studenti polacchi canadesi, intitolati “We the Poles”. Nel 2019, ha realizzato Long day tomorrow – un film la cui realizzazione è durata per oltre 8 anni.
Un ex aequo invece per la categoria miglior documentario, che va a Diario guaranì di Marcelo Martinessi (Paraguay, 2016, o.l.: Guaranì/español) e a Jainkoak ez dit barkatzen di Josu Martinez (Spagna, 2018, o.l.: euskera).
Votato come miglior cortometraggio, infine, il lavoro in yiddish di Ivan Orlenko dal titolo In our synagogue di (Francia, 2018, o.l.: Yiddish).
Sempre nella categoria corti, la giuria ha assegnato anche due menzioni speciali per Antolina di Aguero Miguel Ángel (Paraguay, 2014, o.l.: guaranì) e Nori Nori Nork di Estilabiz Urresola (Spagna, 2018, o.l.: euskera).
Insieme ai premi della giuria ufficiale sono stati assegnati anche numerosi riconoscimenti collaterali (per un montepremi complessivo di 15 mila e 500 euro). A partire dal premio One wor(l)d- conferito da una delegazione di richiedenti asilo politico presenti in Sardegna – che è andato a Salvatore Allocca per il film La gita (Italia, 2018; o.l.: italiano / english / dialetto napoletano).
A Sergio Scavio invece il premio Diritto di parola – assegnato dagli studenti delle scuole superiori di Cagliari – per il film parlato in sassarese dal titolo La notte di cesare (Italia, 2018, o.l.: sassarese, ita.).
TUTTI GLI ALTRI PREMI
Premio Umanitaria a Filindeu 2.0 di Antonio Sanna (Italia, 2019, o.l.: sardu nuorese).
Premio Italymbas a Anima di Joseph Peaquin (Italia, 2019, o.l.: francoprovenzale / italiano).
Premio FICC, premio del pubblico a Anti di Josu Martinez (Spagna, 2019, o.l.: euskara).
Premio Cineclub Fedic di Cagliari a Su boi e su domadori di Francesco Fadda (Italia, 2019, o.l.: sardu campidanese / italiano)
Premio Diari di Cineclub a We will be happy one day di Pawel Wysoczański (Polonia, 2011, o.l.: silesian/polish)
BABEL FILM FESTIVAL
Il festival è promosso dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari e dall’Associazione Babel, per la direzione artistica di Antonello Zanda, Tore Cubeddu e Paolo Carboni.
L’iniziativa è patrocinata anche quest’anno da varie istituzioni italiane ed europee, tra le quali la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Consiglio d’Europa, la Regione Autonoma della Sardegna e il Comune di Cagliari.