“Un bella e positiva notizia per il mondo agropastorale e per la Sardegna in particolare – è il commento del presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu alla decisione del Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a Bogotà, in Colombia per tutelare l’ antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale – dove contiamo una lunga tradizione nel settore ed è identificato come il simbolo della nostra economia. Un riconoscimento prestigioso e dai risvolti potenzialmente importanti che valorizza il nostro patrimonio culturale, sociale, ambientale ed identitario”.
La Sardegna, infatti, conta circa 12 mila pastori che danno lavoro a circa 25 mila persone. Un comparto che vanta 3 Dop (il Romano, prodotto per oltre il 90% in Sardegna, è il più importante pecorino della Ue in termini di produzione e valore generato, mentre il Fiore sardo è uno dei formaggi più antichi d’Europa) e l’Igp dell’agnello.
Non solo la Sardegna è anche la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo (il 70 % della superficie isolana). Le pecore si nutrono per l’80% dalle essenze foraggere spontanee o coltivate e questo rende inscindibile il legame dell’elevata qualità dei prodotti caseari e delle carni dalle forme paesaggistiche in cui sono ottenuti. Grazie al pascolamento è stato, inoltre, forgiato il paesaggio isolano.
Un settore quello della pastorizia che gode già del riconoscimento sempre Unesco per il Pastoralismo nato su iniziativa della Provincia di Nuoro.
La candidatura della Transumanza, che ha visto l’Italia capofila di una alleanza con Grecia e Austria, è stata avanzata nel 2017 per tutelare una pratica ancora oggi diffusa sia nel Centro e Sud Italia ma che sicuramente ha segnato in Sardegna: “i percorsi della transumanza sono custodi un ricco patrimonio sociale, culturale, ambientale che merita di essere tutelato e tramandato” continua Battista Cualbu.
“Per questo è fondamentale difendere il lavoro del pastore e riconoscere un prezzo equo al proprio lavoro oggi minacciato dai bassi prezzi pagati per latte e carne dovuti alle speculazioni” sostiene il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba.