“72 ore. Sassari, Porto Torres, Stintino, le tre principali città del nord – ovest con più di 150 mila abitanti senza acqua.
Le condotte si possono rompere, certo, ma ci domandiamo se per un guasto ad un condotta ci volessero trenta giorni per la riparazione, i cittadini rimarrebbero un mese senza acqua? Esiste un piano di emergenza in caso di rottura delle condotte? I fatti ci dimostrano di no, nessuna interconnessione delle reti e nessuna programmazione.
Ci si affida all’improvvisazione, alle poche autobotti che da sole non sono certo in grado di sopperire a tutte le necessità dei cittadini. Zone di serie a e zone di serie b, le prime prive di disagio, le seconde completamente a secco da tre giorni.
Un problema che doveva essere affrontato e risolto anni fa, ma come dimostrato, la programmazione è un vocabolo sconosciuto ai vertici di Abbanoa e anche all’ Ente Acque della Sardegna. La distribuzione dell’acqua chi la decide? Con quali criteri? Forse la dirigenza attualmente al comando del sistema idrico della Sardegna non conosce in modo approfondito il sistema di distribuzione del nord”.
Questa la denuncia della capogruppo del M5S Desirè Manca alla luce dell’emergenza idrica che sta interessando il Nord – Ovest dell’isola.
“Vogliamo sperare che questa sia una lezione che non verrà dimenticata. I cittadini utenti non meritano una gestione improvvisata e superficiale.
È mai possibile che non ci fosse un piano d’azione per far arrivare l’acqua nelle zone che ne sono rimaste prive per giorni? La risorsa prodotta dal Bidighinzu perché non è stata distribuita equamente tra le vie zone della città?”
“Attendiamo fiduciosi il solito iter di scaricabarile da parte dei soggetti interessati”.