“Non permetteremo che le coste della Sardegna vengano sfregiate da nuove colate di cemento. Bisognerebbe valorizzare il patrimonio esistente, non dare la possibilità di deturpare le nostre coste. In questi anni di presa di coscienza e grande preoccupazione per l’inquinamento ambientale, tuttavia, c’è chi va controcorrente. Il 20 novembre scorso in Consiglio regionale è approdata una proposta di legge, presentata dai consiglieri del gruppo Udc Cambiamo, Peru (primo firmatario) Oppi, Moro, Sechi e Gallus, che propone delle modifiche all’articolo 30 della legge regionale n°8 del 2015 in materia ‘interventi di incremento volumetrico del patrimonio esistente‘.
Il progetto di legge, presentato come ‘Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio esistente‘ nasconde al suo interno interventi di incremento volumetrico.
Questa proposta di legge, come spiegato dagli stessi proponenti, punta a migliorare e adeguare il patrimonio esistente ‘adeguandolo, anche attraverso incrementi volumetrici e di demolizione e ricostruzione, alle mutate esigenze sociali e imprenditoriali’. Ciò significa che tutti gli edifici residenziali, quelli destinati alle attività produttive e turistico-ricettive, ma anche gli edifici rurali potranno subire interventi di aumento della volumetria anche entro la fascia dei 300 metri dalla linea di battigia.
È facile immaginare le disastrose conseguenze che un tale provvedimento porterebbe con sé, prima tra tutte la rincorsa all’ampliamento. Quanti edifici costieri avrebbero necessità di adeguarsi alle mutate esigenze sociali o imprenditoriali?
A beneficiare di un tale scempio sarebbero soltanto i costruttori e i nuovi cementificatori, che in nome del profitto e sotto il cappello del miglioramento dell’esistente preparano l’ennesimo attacco ai litorali sardi.
Questo l’intervento dei consiglieri del M5S Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas e Michele Ciusa in difesa delle norme regionali a salvaguardia della fascia costiera e contro questa proposta di legge “rovina-coste”.
“Per noi del m5s l’esigenza di tutelare il paesaggio prevale sugli interessi degli imprenditori e dell’industria turistica, per questo siamo pronti a dare battaglia ovunque sia necessario”.