Una mostra partecipata che ha visto la comunità coinvolta direttamente nel progetto, finanziato dal Comune di Serramanna, nell’allestimento, in laboratori di comunicazione e di filato nonché cimentarsi in laboratori di tintura naturali delle stoffe.
Tanti i visitatori che hanno potuto riscoprire la tradizione artigianale della comunità del basso campidano. La mostra ha raccolto e catalogato oltre 20 pezzi di artigianato sardo del territorio di Serramanna, nonché la presentazione al pubblico di manufatti tessili antichi come bisacce, copricasse, collari per buoi e coperte tipiche della tradizione dell’800 della comunità di Serramanna.
Un progetto reso possibile grazie alla collaborazione di Emilio Lieto Ortu e Ferdinando Medda, nonché dal consigliere Carlo Pahler che ha creduto nel progetto di valorizzazione dei saperi e della tradizione locale, che grazie a questo progetto ha dato impulso alla creazione di un piccolo catalogo scaricabile online (lo trovate qui).
Nell’800 era tradizione di molte donne di Serramanna tessere negli oltre 300 telai presenti nel paese. A confermarlo il testo dell’Angius-Casalis che parla di oltre 50 ettari di terra coltivati a lino in località Cracchera a Serramanna.
Le donne di questo paese lavorano con instancabile attività, e fabbricano ne’ loro telai gran quantità di panno e di tela per l’uopo della famiglia e anche per venderne. Si sono introdotti molti telai di miglior forma, e quest’arte si è di molto avvantaggiata per cura specialmente del prebendato. A più della tela e dell’albagio si tessono tappeti, coperte di letto, sacchi, bisaccie, fànove e tovagliuoli fini. [Angius Casalis (tratto da Città e Villaggi della Sardegna dell’Ottocento – Vol.3 – ed. Ilisso 2006 – p.1569 – ISBN 978-88-89188-90-3)]