Questo meccanismo, precisa il CSA, va in deroga ai regolamenti comunitari che vietano interventi pubblici diretti sulle produzioni e sui mercati. Ora, il dubbio sollevato dallo stesso CSA, è che i 14 milioni – destinati dal Governo al ritiro di questo formaggio, attraverso un bando pubblico – non possano essere utilizzati per il solo fatto che non esistono eccedenze. E se usati si tratterebbe di un aiuto da parte dello Stato, che potrebbe essere condannato dalla stessa Unione Europea.
Questa situazione non si sarebbe creata se il Decreto Legge fosse entrato in vigore ad aprile 2019 – afferma Tore Piana, Presidente del CSA -, ecco perché oggi affermiamo che si sono persi 10 mesi in discussioni utili ma troppo lunghe. I tavoli nazionali e regionali, le riunioni sono tutte cose utili e positive – continua Tore Piana – ma il mercato non aspetta i tempi lunghi della politica. Faccio un esempio: se uno si trova al centro del fiume e chiede aiuto perché sta annegando, devo intervenire subito e lanciargli la ciambella di salvataggio; se aspetto e discuto i modi del salvataggio, quando intervengo, il richiedente aiuto è già affogato.
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Veniamo ora alla proposta di credito, all’inizio dell’annata agraria e di produzione del latte, agli allevatori: devo plaudere al sistema bancario – continua Tore Piana a nome del CSA – e, in particolare, al Banco di Sardegna che, in questi ultimi anni, sta dimostrando la giusta attenzione al sistema agricolo sardo. Detto questo riteniamo, come Centro Studi Agricoli, il ricorso al credito del sistema bancario un’alternativa a quello delle “caparre” industriali che aumenterebbe ulteriormente le spese degli allevatori sardi, non risolvendo il problema.
Ecco che, come CSA, proponiamo una soluzione a costo zero per tutti. La proposta consiste nel richiedere – in via straordinaria – la possibilità per la Sardegna di ricevere il pagamento dei premi PAC e PSR a settembre di ogni anno, anziché a dicembre come avviene oggi. Questa decisione consentirebbe, in modo particolare agli allevatori sardi, produttori di latte ovino, di non dover ricorrere ai prestiti “caparra” delle industrie casearie private (motivo, questo, della firma da parte degli allevatori sardi di contratti di vendita del latte con prezzi per loro sfavorevoli) né ricorrere a prestiti bancari onerosi. A seguito di una nostra indagine, per ottenere questo pagamento anticipato, vi è la necessità che la Regione Sardegna faccia una convenzione speciale con l’Istituto Zooprofilatico di Teramo (concessionario della gestione della BDN Nazionale – Banca Dati Nazionale per l’anagrafe animale) il quale dovrebbe anticipare, ogni mese di settembre, la certificazione della consistenza del bestiame in ciascuna azienda agricola sarda, condizione essenziale per poter eseguire i dovuti pagamenti PAC e PSR. Con questa soluzione si permetterebbe agli allevatori sardi una maggiore tranquillità economica e un maggiore potere contrattuale, sia nei confronti degli industriali per la vendita del latte, sia nei confronti dei fornitori di materie necessarie alla conduzione dell’azienda agricola, all’inizio dell’annata agraria, senza oneri per alcuno – conclude Tore Piana.