Chi credeva che il mobbing non fosse più un tema d’attualità a livello giurisprudenziale si sbagliava di grosso. Perché convinti che la Giustizia, quella terrena, un’utopia ormai per tanti, se ci si crede veramente, se si è testardi, prima o poi arriva se si continua a combattere, sino ad esperire ogni livello che il Nostro ordinamento nazionale e sovranazionale ci consente.
Giustizia che dopo un lungo corso durato circa dieci anni è arrivata a destinazione anche per l’ex amministratore delegato di France Télécom, Didier Lombard, che è stato condannato per mobbing «morale e istituzionale» nel processo legato all’ondata di suicidi dei dipendenti che dieci anni fa scosse il colosso francese delle Tlc. Il mega-manager francese, ex n.1 di France Télécom, dovrà scontare un anno di carcere di cui otto mesi con la condizionale.
Condannati alla stessa pena anche altri due dirigenti di France Télécom e la stessa azienda, che dovrà pagare una multa 75.000 euro. Secondo il tribunale di Parigi, tra il 2007 e il 2008, dai vertici del gruppo si diffuse un clima nocivo di molestie “morali e istituzionali”, anche se i giudici non appurano alcun legame diretto tra gli autori e le vittime.
Una nozione, quella del mobbing morale e istituzionale, che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nella battaglia che l’associazione conduce in materia, ritiene utile riportare all’attenzione di tutti, che con questa sentenza entra per la prima volta a far parte della giurisprudenza francese. Una decisione esemplare che ci auguriamo costituisca precedente persuasivo e da monito per tutti i datori di lavoro perché possano pensarci non una, ma cento volte prima di umiliare e vessare il proprio dipendente.