Sabato 14 dicembre, alle 18:00, Marco Oggianu presenterà il suo ultimo libro “Nurah. Il gioco delle torri di luce“.
L’autore: Marco Oggianu
Marco Oggianu, classe 1971, è laureato in Scienze Politiche all’Università di Firenze e ha conseguito un dottorato di ricerca sulle minoranze e i conflitti etnici all’Università di Vienna. “Nurah. Il Gioco delle Torri di Luce” è il suo secondo romanzo dopo “Desulè, ultima Reina” (2010).
Il libro: “Nurah. Il Gioco delle Torri di Luce”
I venti regni dell’isola di Shardan da secoli, per evitare le guerre, si contendono il potere attraverso il Gioco delle Nurah, le Torri di Luce: ogni anno le loro squadre si sfidano per conquistare le imponenti fortezze di pietra dalla forma conica.
Ma ambizioni insaziabili, tensioni etniche e alleanze rischiose non sono scomparse: la giovane Ilian, per salvare il suo amore, Gunnar, e gli equilibri di Shardan, deve affrontare gli inganni, le trappole mortali e i compromessi che si annidano nei meandri delle Nurah, in quello che ormai non è più solo un gioco.
Oggi, in Sardegna, si contano circa ottomila nuraghi, ma originariamente si calcola che fossero almeno il doppio. Vi sono inoltre centinaia di tombe scavate nella roccia, dette Domus de Janas, o a corridoio con pianta a forma taurina, dette Tombe di Giganti, templi a pozzo o pozzi sacri e templi a pianta quadrata, definiti a megaron. Migliaia di statuette di bronzo, i bronzetti, risalenti allo stesso periodo, raffigurano diversi tipi di guerrieri-atleti, soprattutto arcieri, pugili, lottatori, guerrieri con mantello, spada e bastone sacro o con elmo dalle lunghe corna, maschera a quattr’occhi e armatura a due scudi e quattro braccia.
Nel 1974, in località Monti Prama, presso Tharros, un sito archeologico nel Golfo di Oristano, un contadino urtò col suo aratro uno strano blocco calcareo sul quale erano scolpiti degli occhi umani a forma di cerchi. Lo scavo che ne seguì portò alla luce i resti di almeno venti statue alte oltre due metri e altrettante tombe messe in fila come in un lungo viale. Sulla datazione, sugli autori e sulla distruzione delle statue ancora non vi sono dati certi, soprattutto a causa della mancanza di fonti scritte. Esse rappresentavano arcieri, pugili con guantoni e scudi e altri tipi di guerrieri-atleti difficili da identificare. Una, in particolare, riproduce la muraglia di una fortezza nuragica con un personaggio che vi si arrampica.
L’archeologo che le studiò per primo, Giovanni Lilliu, le chiamò “Giganti di Monti Prama” e così sono ancora conosciute. A loro è dedicato questo racconto.
L’evento è organizzato in collaborazione con l’associazione Pulp.
Informazioni
Libreria ubik, Viale Aldo Moro 97, Olbia – Telefono: 0789 57075 – E-mail: [email protected]
Pulp – E-mail: [email protected] – Cellulare: 339 2924084