È di oggi la notizia che l’Unione Europea non avrebbe accolto la richiesta della Regione Sardegna di rinviare l’entrata in vigore delle norme che, a partire dal 1 gennaio 2020, determineranno un aumento del 25% dei costi di trasporto merci via mare.
L’avevamo previsto qualche giorno fa quando, in un precedente comunicato, scrivevamo:
«… è folle pensare che il Regolamento IMO 2020, che detta norme universali per tutti i trasporti via mare del pianeta, possa essere rinviato su istanza della Sardegna.
Questo, invece, è ciò che il Presidente della Regione a nostro avviso dovrebbe fare:
1) porre alle compagnie navali una decisa richiesta di “sospensione del nuovo regime tariffario”: infatti gli unici che possono bloccare gli aumenti tariffari sono le stesse compagnie che tali aumenti hanno unilateralmente deciso, non certamente l’Unione Europea la quale, a ben vedere, ha concesso ben quattro anni per l’adeguamento tecnologico delle flotte;
2) in seconda battuta è fondamentale che tra le compagnie e la Regione sarda si apra un confronto: per il principio della “continuità territoriale” e per il “diritto alla mobilità” dei cittadini sardi, le decisioni non possono mai essere adottate da una sola parte senza la benché minima concertazione con la massima istituzione sarda, con le parti sociali e con le associazioni rappresentative e accettarlo senza battere ciglio sarebbe gravissimo;
3) verificare quali miglioramenti tecnologici sono stati adottati sulle flotte che coprono le rotte da e per la Sardegna, a far data dalla entrata in vigore della Direttiva UE 2016 e del Regolamento IMO 2020 del 2018;
3) in terza battuta sarà decisivo aprire un confronto con la UE (tramite il governo italiano) per l’inserimento della Sardegna tra le regioni periferiche e insulari elencate nell’art. 349 del Trattato: la Sardegna verrebbe così ad allinearsi ai territori periferici e insulari per i quali la UE riconosce misure premiali, anche nel campo dei trasporti, capaci di ridurre il divario da insularità…»
Questo è ciò che deve essere fatto se vogliamo scongiurare un durissimo colpo per il sistema produttivo isolano.
Il resto sarà solo passerella.