Il bene è capace di attivare una ricerca, di rimettere in movimento una persona ferma e ripiegata sul proprio male. Il bene è capace di bussare alla porta del cuore più indurito, di aprire nuove strade di rinnovamento per lo sviluppo personale e sociale.
Così mons. Gian Franco Saba richiama la Chiesa diocesana a quel «culto spirituale» che dà forma alla vita dei testimoni di Cristo. Dall’agiografia all’attualità, dalla vita del Santo di Myra alla realtà quotidiana, il bene meditato, insegnato, offerto e celebrato è per l’Arcivescovo di Sassari la via maestra su cui innestare i processi pastorali perché «la dinamica del dono» continui a rigenerare il contesto ecclesiale e sociale, nonostante resistenze e difficoltà.
Nel messaggio ai fedeli, Mons. Saba traccia e offre un’euristica operativa perché i processi di rinnovamento pastorale in atto si consolidino, radicandosi e strutturandosi dentro le espressioni più semplici e nobili del territorio, supportate dal coordinamento e dallo sviluppo delle competenze specifiche offerte dai nuovi strumenti del Centro Pastorale e della Fondazione “Accademia. Casa di popoli, culture e religioni“.
Per vincere le resistenze e la fragilità di un contesto sociale ed ecclesiale indebolito dai pericoli di efficientismo, quietismo e indifferenza non è sufficiente «fare per fare», ma è opportuno rimotivare e «prendersi cura» del tessuto umano a partire dalla macrothymia, il “pensare in grande” del Dio della misericordia.
L’esempio di San Nicola è dunque un invito all’assunzione di responsabilità che parte dalla «contemplazione del bene» per ridare vita alla missione, all’educazione e all’accompagnamento di una Chiesa diocesana capace di accogliere, dialogare, incontrare e sostenere ogni persona, perché:
Ogni giorno – conclude l’Arcivescovo Saba- rinasca la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia.