L’autore racconta la sua opera attraverso una proiezione commentata di immagini tratte dalla storia dell’arte, del costume e della moda: l’evoluzione morfologica e materica dei monili sarà declinata attraverso le differenti epoche storiche e le varie aree geografiche; scopriremo i loro significati simbolici, le sperimentazioni stilistiche al crocevia fra arte pura e alto artigianato, l’affermazione del concetto di design e il conseguente ingresso dell’ornamento prezioso nel sistema-moda (sia come indicatore della sensibilità collettiva sia come rappresentazione estetica dell’Io individuale); infine conosceremo le icone femminili che hanno influenzato lo stile dell’oreficeria e definiremo le peculiarità della gioielleria sarda in particolare.
Dialoga con l’autore la Prof.ssa Maria Pia Valori.
L’opera: “Il gioiello nella storia, nella moda e nell’arte”
Fin dal suo primo apparire il gioiello non è una semplice espressione di vanità e seduzione, ma associa alla funzione decorativa una moltitudine di significati che lo trasformano a tutti gli effetti in un codice di comunicazione complesso e affascinante.
Esso è da sempre un indicatore di status sociale; sino a tutto il medioevo è considerato uno strumento di protezione dotato di virtù magiche e, a partire dall’età moderna, si autodetermina come rappresentazione del gusto individuale in simbiosi col sistema-moda.
Questo saggio mette a confronto la sua evoluzione merceologica, tecnica e stilistica con i cambiamenti politici, economici e culturali della Grande Storia, non tralasciando di analizzare la figura di chi crea questi manufatti, ovvero l’orefice/gioielliere colto nel passaggio dalla dipendenza curtense alla libera imprenditoria, dalla dimensione artigiana a quella industriale.
Ma il gioiello è anche un oggetto d’Arte e, se nel Quattrocento s’impone come strumento iconologico per decrittare la ritrattistica coeva, nel Novecento, con l’affermarsi del concetto di design, si fa portavoce di una democratizzazione dello stile e paradossalmente di un fenomeno elitario e sperimentale qual è il “gioiello d’autore”.
L’ultimo capitolo, infine, è dedicato alla peculiarità dei monili sardi che, fondendo insieme religiosità e superstizione, artigianato e modernità, localismo e contaminazioni plurime, si fanno protagonisti di “una storia ella Storia”; a seguire sono proposte delle elaborazioni grafiche di alcuni esemplari iconici che hanno reso l’ornamentazione personale un termometro del Tempo.
[foto id=”291122″]L’autore: Fabrizio Casu
Fabrizio Casu, nato a Sassari nel 1980, ha frequentato il corso di fashion design alla NABA di Milano e si è laureato nel 2005 con qualifica di “esperto e creativo del settore moda”. Dopo aver intrapreso un corso di cool hunting e uno di textile design, matura esperienza di stage presso la Mantero Seta di Como, operando nell’ufficio stile del brand “La Tessitura”.
Ha svolto docenza di storia del costume e progettazione moda in scuole pubbliche e private di Sassari, ha organizzato due mostre personali, “Sardinian Gothic” e “Dialogo Alternativo fra Arte e Moda” e ha partecipato nel 2011 alla Biennale Sardegna, iniziativa promossa dal Padiglione Italia alla 54esima esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia.
Relativamente alla saggistica di settore, ha scritto tre opere: “Novecento: il secolo della moda” e “Madonna, vampira postmoderna”, pubblicati dalla casa editrice Edes nel maggio 2013, e “Il lungo viaggio di una chemise”, pubblicato da Europa Edizioni nell’ottobre 2014.