Un affascinante viaggio tra i capolavori della storia del melodramma per l’evento speciale – fortemente voluto e sostenuto dal vice sindaco di Tempio Gianni Addis – per ricordare la figura e l’opera del grande tenore tempiese, un artista conosciuto e ammirato in tutto il mondo.
Un percorso sul filo delle note e delle emozioni e insieme un ritratto di Bernardo De Muro, affidato all’attore Alessandro Achenza (voce recitante), che interpreterà alcuni frammenti dell’autobiografia del cantante gallurese, il cui nome è particolarmente legato al repertorio verista – da “La fanciulla del West” di Giacomo Puccini, a “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, l’“Andrea Chénier” di Umberto Giordano, “Il piccolo Marat” e “Isabeau” di Pietro Mascagni (con cui aveva debuttato nel 1912 al Teatro alla Scala di Milano nel ruolo di Folco, in prima nazionale, dopo il felice esordio nella capitale, nel 1910, in “Cavalleria Rusticana”).
Un programma mirato per un tributo al grande tenore tempiese dalle straordinarie doti vocali, figlio illustre dell’Isola che ha dedicato la sua vita alla musica, con un’intensa e fortunata carriera iniziata sui più importanti palcoscenici italiani e proseguita fin oltreoceano, costellata di successi, attraverso alcune delle più conosciute e amate pagine di grandi compositori, tra arie virtuosistiche e indimenticabili duetti.
Il fuoco della passione nella “Carmen” di Georges Bizet con “La fleur que tu m’avais jetée”, in cui Don José rivela il suo amore alla bella gitana, e il dialogo del protagonista con Micaëla “Parle-moi de ma mère!”, dolce e malinconico, in netto contrasto con le atmosfere del terzo atto in cui i due giovani si reincontreranno sulle montagne, dove coraggiosamente la fanciulla canterà “Je dis que rien ne m’épouvante”, riuscendo infine a persuadere l’antico fidanzato a seguirla in paese, dalla madre morente, quasi a ritrovare quell’armonia perduta, l’ideale di una possibile felicità.
Dalla “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, opera simbolo del Verismo in musica, che segnò il debutto di Bernardo De Muro al Teatro Costanzi di Roma (ora Teatro dell’Opera), l’emblematica canzone siciliana di Turiddu, “O Lola, c’hai di latti la cammisa”, lascia il posto allo struggente “Addio alla madre” prima del “duello” fatale, in un amaro presagio di futuro.
La meravigliosa aria di Cio-Cio-San, “Un bel dì, vedremo” in cui la sposa-bambina vagheggia il ritorno del marito straniero, ignara della verità e con sguardo sognante, si condensa tutta la crudeltà della favola della “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini, nella purezza di un canto che riflette lo spirito delicato dell’eroina della splendida “tragedia giapponese”.
Nel segno dell’arte di Giacomo Puccini, tra la soave malinconia di “Manon Lescaut” nel ricordo dell’antica passione a fronte dell’algida alcova nella celebre aria “In quelle trine morbide” e gli struggenti accenti di “E lucevan le stelle”, allorché il pittore e rivoluzionario Mario Cavaradossi prigioniero a Castel Sant’Angelo, rammenta i giorni felici dell’amore con la bella e capricciosa cantante nella “Tosca”. E ancora, in una sapiente alternanza di toni e atmosfere, “Nessun dorma”, il canto notturno di Calaf innamorato dell’irraggiungibile principessa che spera di conquistare con un gioco di indovinelli nella pucciniana “Turandot”, fino alla romanza di Lauretta, “O mio babbino caro” che inserisce una nota drammatica e sentimentale nel clima da beffa di “Gianni Schicchi”.
Un recital raffinato e avvincente in cui intriganti ed evocative melodie si intrecciano alle memorie del grande tenore gallurese, con interessanti passaggi affidati alla voce recitante di Alessandro Achenza, tratti da “Quand’ero Folco”, il volume in cui il cantante si racconta e ripercorre i momenti cruciali della sua splendida carriera, a partire dal ruolo del falconiere, invaghito della figlia del re in “Isabeau”, la “leggenda drammatica” messa in musica da Mascagni, che aveva interpretato con successo alla Scala. Sul podio il maestro Tullio Serafin, che così ricorda quella prima scaligera “tempestosa” (in contemporanea alla versione, meno fortunata, diretta dallo stesso Mascagni alla Fenice): «Provvidi subito alla scelta del tenore che doveva fare la difficile e impervia parte di Folco. E scelsi un giovane, quasi esordiente: sempre ho cercato di accordar fiducia alle giovani forze del canto, e non me ne sono mai pentito. Quel giovane era un sardo e si chiamava Bernardo De Muro. La sua voce possedeva tale intensità, e tale squillo di acuti, che la si sarebbe detta ideale per la parte… Quando nel primo atto il tenore deve fare il suo richiamo al falco, De Muro lanciò l’appello con tale vigoria che tutta la sala fu piena di vibrazioni… Alla fine del brano l’emozione del pubblico si scatenò, con uno di quegli scatti che difficilmente possono essere dimenticati da chi vi ha assistito. De Muro poco adatto alla parte di Folco? E pensare che per molti anni ne fu poi l’interprete per eccellenza, dovunque!…».
Tra le righe di “Quand’ero Folco” affiora il forte legame del cantante con la sua terra d’origine, «Io, Bernardo De Muro, figlio di Antonio e Giovanna Maria De Muro, sono nato il 3 novembre 1881 a Tempio Pausania; primogenito di cinque figli, tra fratelli e sorelle. Tempio, allora era un grosso paese avviato a diventare cittadina, è il capoluogo di una pittoresca regione della Sardegna, la Gallura…». Quasi inevitabile e in certo senso “doverosa” la scelta di dare il la alla stagione de “La Grande Lirica” al Teatro del Carmine di Tempio Pausania con un omaggio all’artista e una scelta tutt’altro che casuale quella dell’Accademia Musicale Bernardo De Muro che proporrà una serie di eventi e iniziative a tema tra concerti e masterclasses, convegni e giornate di studio dedicate al celebre tenore – una delle grandi voci liriche del Novecento – che ha fatto conoscere il nome della sua città e della sua Isola in giro per il mondo con interpretazioni indimenticabili.
Sotto i riflettori due giovani e brillanti interpreti del teatro d’opera – il soprano Marija Jelic, perfezionatasi sotto la guida di Jasmina Trumbetas Petrovic, già vincitrice di importanti riconoscimenti, che ha esordito al Teatro Nazionale di Belgrado, artista versatile capace di spaziare da Mozart a Verdi, Puccini, Bizet, Leoncavallo fino al recente debutto nel ruolo di Stanka in “Na Uranku” di Stanislav Binički (Stanka) e il tenore Dario Di Vietri, diplomatosi con Vittorio Terranova e perfezionatosi con Jaume Aragall, Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Bonaldo Giaiotti e Bruna Baglioni, Calaf in Turandot all’Arena di Verona diretto da Daniel Oren per la regia di Zeffirelli, applaudito nei più importanti teatri italiani e europei, oltre alle tournée in Medio Oriente, in NordAfrica e negli Stati Uniti (già protagonista la scorsa estate a San Pantaleo del Concerto in memoria delle vittime dell’incendio di Cugnana). I due artisti daranno voce ai protagonisti del melodramma accompagnati al pianoforte dal musicista cagliaritano Andrea Cossu che oltre alla carriera concertistica si è specialmente dedicato al repertorio operistico e alla preparazione dei cantanti.
Voce narrante l’attore Alessandro Achenza, già direttore di due teatri (uno in Costa Smeralda e l’altro in Toscana), dopo una vita da imprenditore nel mondo del turismo e dello spettacolo, degli eventi è tornato al suo primo amore: il palcoscenico. Fondatore e direttore della compagnia Stabile del Teatro dello Scambio, con cui ha saputo portare l’arte nel Carcere di Nuchis, prosegue la sua attività teatrale a Tempio dal 2009.
Omaggio a Bernardo De Muro / “La Grande Lirica” al Teatro del Carmine è il titolo dell’evento organizzato dall’Accademia Musicale Bernardo De Muro, fortemente voluto e sostenuto dal vice sindaco di Tempio Gianni Addis e realizzatocon il patrocinio e il sostegno del Comune di Tempio Pausania e dell’Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Autonoma della Sardegna.
Ingresso gratuito.
Per informazioni:
Accademia Musicale Bernardo De Muro
Cell. 349.4077241
FB: https://www.facebook.com/Accademia-Musicale-Bernardo-De-Muro-311737719218086/
Bernardo De Muro – biografia
Bernardino Demuro (in arte Bernardo De Muro) è nato a Tempio Pausania in Gallura, il 3 novembre 1881 ed è morto a Roma il 27 ottobre 1955. Figlio di Antonio Maria e Giovanna Maria Demuro ha cominciato a cantare da autodidatta romanze tradizionali della cultura gallurese. Più appassionato al canto che agli studi (lui stesso ha ammesso di non aver frequentato più di cento giorni di scuola), durante le notti tempiesi si è esibito infatti sotto i balconi delle giovani compaesane in incantevoli serenate. Nel 1896 ha acquisito la qualifica di operaio quadrettaio lavorando presso una fabbrica di turaccioli per poi continuare la sua attività nella fabbrica di sughero del padre.
La sua prima esibizione pubblica è avvenuta nel Luglio del 1901 presso il Teatro Giganti di Tempio, in occasione di un evento di beneficenza nel quale ha rappresentato, insieme ad una compagnia teatrale itinerante, La Contessa di Rocca d’Oro, scritta da suo cugino Giuseppe Antonio Demuro.
Nel 1902 si è trasferito a Roma dove ha iniziato gli studi di canto insieme al famoso baritono, il maestro Antonio Cotogni. Nel 1903 ha partecipato ad un concorso per l’ammissione al Conservatorio Musicale di Santa Cecilia dove ha vinto uno dei due posti a disposizione per la voce di tenore. Sempre nello stesso anno è stato chiamato per la leva militare che ha svolto presso l’ospedale del Celio di Roma nella compagnia di Sanità, dopo aver svolto un breve apprendistato nella farmacia del Dott. Rodolfo Lay a Tempio Pausania. Nel 1905 ha terminato il servizio di leva e ha abbandonato gli studi al Conservatorio.
In seguito ha continuato la sua preparazione da tenore con il maestro Enrico Sbriscia.
Nel 1906 interpreta il protagonista nell’opera lirica “Pagliacci” ma, considerato ancora troppo acerbo per le scene, ha proseguito i suoi studi di canto e, grazie alla raccomandazione del celebre tenore Francesco Marconi, si è perfezionato sotto la guida del Maestro Alfredo Martino.
Ha debuttato ufficialmente al teatro Costanzi di Roma l’11 maggio 1910 in “Cavalleria Rusticana”.
Nel 1911 è cominciata la sua stagione teatrale in Puglia nella quale ha portato in scena opere come “Madame Butterfly”, “L’africana”, “Ruy Blas” e la “Carmen”.
Il grande successo è arrivato nel 1912 a Milano quando si è esibito per la prima volta al Teatro della Scala con l’interpretazione di Folco nell’ “Isabeau” di Pietro Mascagni sotto la direzione di Tullio Serafin.
Nel 1913 è stato scritturato dall’impresario Walter Mocchi per la sua prima tournée in Sud America esibendosi tra Uruguay, Brasile ed Argentina dove ha interpretato per la prima volta l'”Iris” al teatro Coliseo di Buenos Aires. Tra il novembre del 1913 e l’aprile del 1915 B. De Muro si è esibito in due tournée nel suo classico repertorio, una in Spagna e l’altra in Italia. Il 17 marzo 1915 ha debuttato nel ruolo di Radames nell’ “Aida” al Teatro Costanzi di Roma. Il 24 Aprile 1915 è partito per la seconda tournée in sud America.
Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, il 24 ottobre 1915 Bernardo è tornato in Italia per arruolarsi come volontario nell’esercito e ricoprire la carica di caporal maggiore di sanità. È stato assegnato alla direzione sanitaria dell’ospedale Sant’Ambrogio di Milano. Durante il periodo della guerra si è prodigato in numerosi concerti di beneficenza. Tra le varie esibizioni durante il periodo da militare, ricordiamo la Prima del Trovatore alla Scala l’11 Novembre 1916.
Approdato in Spagna per la seconda volta tra il Dicembre del 1917 e il Maggio del 1918 è tornato alle scene per i Reali di Spagna, interpretando l’ “Andrea Chenier”. Tra il 1918 e il 1925 ha viaggiato tra Spagna, Sud e Centro America, Italia, Germania e Principato di Monaco portando in scena opere come “Il Trovatore” e “La Fanciulla del West”. Durante una di queste tournée ha incontrato il soprano Helen Wait che l’anno successivo diverrà sua compagna nel lavoro e nella vita.
Nel 1925 è stato scritturato dall’impresa Acierno-Salmaggi ed è partito per New York, dove dal maggio dello stesso anno fino a giugno 1926 ha intrapreso la sua prima tournée negli Stati Uniti. Qui il 27 giugno 1925 si è esibito nell’ “Aida” allo Yankee Stadium di New York, alla quale hanno assistito circa 48000 spettatori per un incasso di oltre 50000 dollari.
Il 29 aprile 1926 a New York è nata la figlia Joanna Elena Demuro, che il padre ha sempre chiamato Dina. Nel giugno dello stesso anno è stato ingaggiato per una nuova tournée in Sud America, durante la quale il 2 novembre 1927 ha sposato Helen Wait a Cristobal, in Panama. Dall’ottobre 1927 la sua carriera ha proseguito tra le varie tournée in tutta America, sino al febbraio del 1929 quando è stato costretto ad un periodo di inattività per problemi di salute. Ha ripreso la sua attività in Italia dal maggio del 1930 al maggio del 1931.
A giugno 1931 ha intrapreso la terza tournée negli Stati Uniti, dove è restato fino al novembre dello stesso anno. È stato poi costretto a tornare in Italia a causa di un intervento chirurgico che lo ha costretto a stare lontano dalle scene per due anni. È tornato a teatro nel 1933 e tra le opere portate in scena spicca la prima assoluta di “Campane di guerra” dove ha interpretato Dane al teatro Puccini di Milano. Dal Settembre del 1933 al 1935 ha portato avanti la quarta tournée negli Stati Uniti.
La sua carriera è proseguita in Italia nel 1938 sino al 2 maggio 1939 quando ha dato l’addio alle scene italiane per poi trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti dove il 14 Ottobre 1944 a New York ha concluso la sua carriera con la rappresentazione dell’ “Aida” alla Brooklyn Academy of Music. Nel giugno 1948 è rientrato in Italia dove ha vissuto fino alla morte, il 27 ottobre 1955 a Roma, stroncato da un cancro. La sua salma è stata poi trasferita a Tempio Pausania.
Marija Jelic – soprano
Marija Jelic (classe 1993) è nata a Belgrado, nella Repubblica Serba. Dopo aver terminato il Liceo Scientifico e la High Music School “Kosta Manojlovic” per flauto e canto solista, ha studiato presso la Facoltà di Ingegneria Elettronica all’Università di Belgrado e ha continuato a studiare canto con il celebre soprano Jasmina Trumbetas Petrovic, soprano solista del Teatro Nazionale di Belgrado e direttrice dell’Opera al Teatro Nazionale di Belgrado.
Nel 2017 Marija Jelic ha superato le audizioni per lo studio dell’opera nel Teatro Nazionale di Belgrado e ha iniziato a cantare ruoli piccoli e principali in produzioni operistiche.
Ha interpretato “Le nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeu Mozart (Barbarina, La Contessa), “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi (Ines), “Bohème” di Giacono Puccini ( Mimi), “Carmen” di Georges Bizet (Micaela), “Turandot” di Giacomo Puccini (Liu), “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo (Nedda), “Otello” di Giuseppe Verdi (Desdemona) e il “Nabucco” di Giuseppe Verdi (Anna), “Na Uranku” (At Down) di Stanislav Binički (Stanka).
Marija Jelic ha ottenuto numerosi premi in concorsi internazionali di canto e ha cantato nelle principali sale da concerto in Serbia: in particolare il Concerto La Divina con l’orchestra Stanislav Binicki alla Kolarac Hall, il Belgrade Philharmonic Spring Concert con la Chinese Orchestra, il Lid Concert dedicato alle Songs di Sergej Rachmaninov al Belgrade Summer Festival e molti concerti in altre città della Serbia.
Marija Jelic ha cantato in settembre al Last Night Gala Concert al Castle Opera Festival Wernigerode in Germania, in ottobre ha eseguito il “Partisian requiem” al International Performing Art Center di Mosca e in novembre si è esibita al Concerto di Gala nella Sinagoga di Novi Sad, diretta da Emmanuel Plasson e ha cantato al Concerto di Gala nella Concert Hall Kolarac di Belgrado – sempre con la direzione di Emmanuel Plasson. Sempre in novembre ha debuttato nel ruolo di Stanka in “Na Uranku” di Stanislav Binički al Teatro Nazionale di Belgrado.
Tra i prossimi appuntamenti: il 22 dicembre a San Pietroburgo il Gala Opera Concert con l’Orchestra Sinfonica Nazionale di San Pietroburgo, una tournée in Cina tra dicembre e gennaio. In Europa il 20 febbraio canterà al Gala dell’Opera a Bryansk con l’Orchestra di Bryansk, diretta da Sebastian Rouland, e ancora a Basilea proporrà un Recital e interpreterà la Quarta Sinfonia di Gustav Mahler con la direzione di Rodolfo Fischer, infine oltreoceano – in aprile – sarà protagonista alla Carnegie Hall di New York.
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Dario Di Vietri – tenore
Nato a Bari, Dario Di Vietri ha studiato al Conservatorio di Milano sotto la guida di Vittorio Terranova, presso la Scuola di Opera del Teatro Comunale di Bologna, perfezionandosi poi con artisti di fama mondiale come Jaume Aragall, Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Bonaldo Giaiotti e Bruna Baglioni. Perfeziona lo studio del repertorio con i Maestri Sergio La Stella e Nelson Guido Calzi. Ha debuttato nel 2009/2010 come Pinkerton in Madama Butterfly per Operalombardia.
Nell’estate 2014 è finalista del Concorso “Una Voce per l’Arena” in diretta Eurovisione su Rai Uno in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona, successivamente ha debuttato in Arena di Verona come Calaf in Turandot diretto da D. Oren per la regia di F. Zeffirelli, da quel momento molti gli impegni in tutta Italia e nel mondo in importanti contesti quali: Arena di Verona, Opera di Roma, Teatro San Carlo di Napoli, Petruzzelli di Bari, Verdi di Salerno, Opera di Oviedo, Opera Nazionale Greca, Maggio Fiorentino, Seoul Arts Center, Regio di Parma, Teatro Nazionale di Belgrado, Opera Nazionale di Bucarest Opera di Stato di Ankara, Festival Puccini di Torre del Lago, Opera del Cairo, Opera di Dubai, Opera Nazionale di Varsavia, Opera Carolina.
Interpreta ruoli quali: Radames in Aida, Riccardo in Un Ballo in Maschera, Calaf in Turandot, Cavaradossi in Tosca, Pinkerton in Madama Butterfly, Renato Des Grieux in Manon Lescaut, Samson in Samson et Dalila, Don José in Carmen, Turiddu in Cavalleria Rusticana, Manrico in Trovatore etc.
Nella stagione 2019 ha avuto il suo debutto americano nel ruolo di Don José in Carmen per Opera Carolina, la ripresa di Carmen già interpretata nel 2018 all’Opera Nazionale di Varsavia, Calaf in Turandot per l’inaugurazione del National Kaohsiung Center for the Art di Taiwan in collaborazione con il Deutsche Oper Am Rhein che sarà ripresa nel 2020 e 2021, Manrico in Trovatore all’Opera Nazionale di Tirana, Turiddu in Cavalleria Rusticana all’Eptapyrgion Festival di Salonicco, Carmen per Taormina Opera Stars, Aida all’Opera del Cairo, Cavalleria Rusticana al Teatro Petruzzelli di Bari, Carmen al Seoul Arts Center e Ulsan Arts Center.
Si è recentemente esibito in Concerto a San Pantaleo in ricordo delle vittime dell’incendio di Cugnana. Tra i prossimi impegni: Adriana Lecouvreur e Aida al Teatro Petruzzelli di Bari, Manon Lescaut al Teatro del Giglio di Lucca, Tosca all’Opera del Cairo, Turandot all’Opera di Grand Rapids, Aida e Manon Lescaut per Opera Carolina.
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Andrea Cossu – pianoforte
Andrea Cossu, pianista cagliaritano, diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio Pierluigi da Palestrina di Cagliari. Dopo un’intensa carriera musicale (che lo ha visto anche vincitore di diversi concorsi) si dedica principalmente alla cura del repertorio lirico come preparatore vocale dei maggiori esponenti del panorama isolano e come maestro accompagnatore.
La sua passione per la musica lo avvicina alla riscoperta ed esecuzione di brani editi ed inediti tratti dal repertorio cameristico vocale e strumentale del grande compositore sardo Stanislao Silesu nonché di repertori di compositori sardi anche anonimi per il recupero, la conservazione e la divulgazione della cultura e della tradizione sarda.
Pianista ufficiale delle varie edizioni delle borse di studio e concorsi lirici dedicati al baritono Luigi Medda, a Cagliari, al Concorso dedicato al soprano Giusy Devinu a S. Sperate e nel I Concorso lirico “Città di Cagliari”, nonché di varie edizioni di masterclass.
Collabora con diverse corali dell’Isola in qualità di pianista e direttore prendendo parte a concerti e rassegne in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Rep. Ceca, Romania, Spagna e Polonia. Dal 1997 è direttore della Corale Nostra Signora di Bonaria con la quale ha preso parte a numerosi concerti e rassegne in tutta l’Isola, nel territorio nazionale e non solo in forza di preziosi ed importanti gemellaggi (vedi i concerti eseguiti a Jordanow e Cracovia in collaborazione con il Coro Belcanto) Ha diretto la CoraleNostra Signora di Bonaria durante la visita di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco nel 2013 e di recente la Messa Solenne nella Basilica di S. Pietro in occasione dell’apertura del Giubileo Mercedario.
Collabora con L’Associazione Mille note di cui fa parte, in qualità di direttore Artistico al fianco del soprano Vittoria Lai presidente dell’Associazione con la quale svolge un’intensa attività concertistica in qualità di pianista.