La compagnia cagliaritana, diretta da Maria Virginia Siriu, porterà in scena “La Vedova Scalza” (ispirato all’omonimo romanzo di Salvatore Niffoi, vincitore del Premio Campiello nel 2006), raccontando nella Grande Mela, attraverso il teatro, la cultura, le storie e le tradizioni della Sardegna. L’opera è reduce dal successo registrato nell’ultima tournée isolana, culminata con il sold-out al Teatro Massimo di Cagliari dello scorso giugno.
[foto id=”291718″]L’evento: “In Scena! Italian Theater Festival NY”
Ogni anno “In Scena! Italian Theater Festival NY” presenta a New York una rassegna di teatro italiano indipendente con al suo interno produzioni originali, letture di opere teatrali in traduzione inglese, conferenze, seminari e scambi fra artisti italiani e internazionali e “La Vedova Scalza” sarà rappresentata, dunque, nei palchi di cinque distretti della metropoli statunitense.
Scopo della rassegna è la promozione del teatro e degli artisti italiani a New York e la costruzione di un ponte fra la scena artistica nostrana e quella newyorkese. Tutti gli spettacoli vengono presentati in italiano con sopratitoli in inglese.
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Nell’edizione del 2020 saranno presenti: “La Nipote di Mubarak” (con la regia di Vinicio Marchioni), “Luisa” (di e con Bruna Braidotti), “Piccoli Funerali” (di Maurizio Rippa), “La grande guerra degli orsetti gommosi” (produzione Batisfera Teatro), “La Confessione” (di e con Alfredo Trafersa), “Confino” (di e con Alessandro Tampieri), “Noi, Pupazzi – Storia di una vita sconvolta dal razzismo” (di e con Marco De Simone).
L’ingresso a tutti gli spettacoli e agli eventi speciali è gratuito, e a partire da marzo sarà possibile prenotare attraverso il sito www.inscenany.com.
Calendario dettagliato e aggiornamenti su www.inscenany.com – www.kitheater.com – www.kititalia.it
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Lo spettacolo: “La vedova scalza”
“La Vedova Scalza” è ambientata nella barbagia, anni ’30. A Laranei e Taculè la vita scorre sempre uguale, all’ombra del podestà e della tradizione. La violenza è ovunque: nello strapotere fascista, nelle angherie delle forze dell’ordine, nelle consuetudini che fossilizzano gli individui in ruoli prescritti e azioni comandate. Essere donna significa solo pregare, procreare e lavorare nei campi. Pare non esista via di fuga.
La giovane Mintonia, però, è diversa. Studia da autodidatta, legge Grazia Deledda e Lev Tolstoj, non si rassegna a subire la vita. Si innamora di Micheddu, testa calda del paese, e contro il volere della comunità sceglie di sposarlo. Micheddu non ama sottomettersi al potere, men che meno a quello fascista: si fa beffe del Duce e della polizia. Ben presto si guadagna l’odio del podestà e di Centini, il brigadiere locale.
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I temi (amore, morte, vendetta) e il coro di voci paesane che abitano il romanzo di Niffoi sono quelli della tragedia classica. Theandric Teatro sceglie di portarlo in scena proprio così: le scene corrono verso il drammatico epilogo finale, inframezzate dal coro. Il linguaggio è essenziale e, sebbene radicato nella realtà locale di due piccoli paesi della Barbagia, parla alle menti e ai cuori di valori universali.
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