In questi giorni difficili che hanno visto la Costiera duramente colpita dal maltempo, il sindaco Luigi Mansi e il parroco Vincenzo Loiodice, invitano la cittadinanza e l’intera Costiera a riunirsi attorno alle sacre reliquie dei due santi.
Il programma della giornata prevede alle 10.30 la celebrazione eucaristica nel Duomo di Scala. Alle 18.00 è prevista una celebrazione eucaristica presieduta dal direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato, per invocare la pace. In seguito, ci sarà la processione con le reliquie dei Santi e la consegna delle stesse alla Comunità di Ravello.«L’intera Costiera amalfitana – ha dichiarato padre Enzo Fortunato – si affida agli uomini che della pace e della custodia del Creato ne hanno fatto uno dei motivi del vivere. Antonio e Francesco, uomini umili vicini agli ultimi, ci ricordano quali sono le priorità: la fratellanza e la centralità della vita spirituale. Famosa la loro corrispondenza, in particolare una lettera in cui Francesco d’Assisi scriveva al Santo di Padova “puoi studiare, puoi impegnarti ‘purché questo non estingua lo spirito della Santa Orazione'”. Proprio a Scala – ha continuato padre Enzo – si è registrata una delle apparizioni di san Francesco che incoraggiava Sant’Alfonso a proseguire nella sua missione per i poveri e nella fondazione della Congregazione dei redentoristi»
«Le reliquie nella Chiesa – aveva esortato papa Francesco – hanno sempre ricevuto particolare venerazione e attenzione perché il corpo dei Beati e dei Santi, destinato alla risurrezione, è stato sulla terra il tempio vivo dello Spirito Santo e lo strumento della loro santità, riconosciuta dalla Sede Apostolica tramite la beatificazione e la canonizzazione»
Al termine della serata, i due santi e il nuovo anno saranno salutati con uno spettacolo pirotecnico. Ad accompagnare le reliquie padre Egidio Canil e padre Daniel Fecheta.
NOTE BIOGRAFICHE SUI DUE SANTI
San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia.
Assisi, Perugia, 1181-’82 – 3 ottobre 1226
Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell’età comunale. Figlio di un mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Per questo ricercò la gloria tramite le imprese militari, finché comprese di dover servire solo il Signore. Si diede quindi a una vita di penitenza e solitudine in totale povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni. Nel 1209, in seguito a un’ulteriore ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città, mentre si univano a lui i primi discepoli. Con loro si recò a Roma per avere dal papa Innocenzo III l’approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d’Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava “frati”, cioè “fratelli”. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al Secondo Ordine francescano, e fondò un Terzo Ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì la sera del 3 ottobre del 1226 presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. È stato canonizzato da papa Gregorio IX il 16 luglio 1228. Papa Pio XII ha proclamato lui e santa Caterina da Siena Patroni Primari d’Italia il 18 giugno 1939. I resti mortali di colui che è diventato noto come il “Poverello d’Assisi” sono venerati nella Basilica a lui dedicata ad Assisi, precisamente nella cripta della chiesa inferiore.
Sant’Antonio di Padova, Sacerdote e dottore della Chiesa
Lisbona, Portogallo, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231
Fernando di Buglione nasce a Lisbona. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d’Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell’eremo di Montepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell’Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale proseguendo nell’opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentendosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento dell’Arcella.[1]