Il sub è riuscito a spostarsi, poi ha dovuto cedere al pescecane che lo ha trascinato a fondo e fatto a brandelli. Il sub è morto così, davanti agli occhi di una donna che si trovava sulla barca d’appoggio: ha avuto appena il tempo di riemergere durante la lotta con la bestia gigantesca e togliersi il boccaglio per chiedere disperatamente aiuto. Una lotta disperata, poi è scomparso, trascinato sul fondo dall’enorme pesce che ha fatto perdere le sue tracce. La ricerca dell’uomo da parte della polizia, che sta pattugliando la zona con l’ausilio di sommozzatori, è ancora in corso.
La cronaca di questa allucinante vicenda inizia poco prima delle 13:30 di oggi pomeriggio, 5 gennaio, al largo dell’isola di Cull, vicino alla città sulla costa meridionale di Esperance, a 713 km a sud-est di Perth. Tuttavia quello che ha ucciso il sub potrebbe anche non essere l’unico squalo presente nella zona di mare.
Un avviso dello SharkSmart dall’account Twitter di Surf Life Saving WA, infatti, ha avvertito in un rapporto pubblico di uno squalo bianco a Cull Island alle 9:39 di oggi. Alle 13:16, un altro allarme ha riferito che la guardia costiera australiana dell’Esperance, sempre nella stessa zona, “stava indagando su un possibile incidente di un morso di squalo” mentre erano state segnalate in più occasioni le terribili pinne nere.
La polizia consiglia alle persone di prestare maggiore attenzione nella zona. È il secondo attacco mortale di squalo nella regione in meno di tre anni, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: Laeticia Brouwer, 17 anni, è morta dopo essere stata attaccata vicino a Wylie Bay nel 2017. Era in vacanza con la famiglia e in acqua con altri surfisti tra cui suo padre. Sean Pollard è stato attaccato da due grandi squali bianchi nelle vicinanze nel 2014, perdendo il braccio sinistro e la mano destra nell’attacco. Lo squalo, inesorabile killer che attacca silenzioso, ha ucciso e ora tutti temono che sia ancora là, in agguato, pronto a tornare a colpire.