Il concept album, autoprodotto nell’autunno del 2019, si snoda in nove composizioni che intrecciano musica e recitazione, in una costante tensione narrativa tra lingua sarda, inglese e italiana, alla continua ricerca delle giuste parole da intessere accuratamente alla ruvida, abrasiva e tagliente musica, appositamente cucita per raccontare e denunciare i problemi che affliggono la Sardegna.
Ad affiancare Luca Marcia (voce e chitarra), una formazione composta da nomi di spicco della scena musicale isolana, come l’ex Kenze Neke Massimo Loriga (sassofoni, trunfa, sullitu e armonica), Stefano Minnei alla fisarmonica, Andrea Schirru al pianoforte, Gerardo Ferrara alle percussioni, Lorenzo Imbimbo al clarinetto e Michele Deidda alla batteria.
L’intero lavoro è stato registrato al Solid Twin Studio di Cagliari da Andrea Piraz e Roberto Macis ed è uscito all’inizio di ottobre sulle principali piattaforme digitali (Spotify, YouTube e Amazon Music) e si può acuistare sulla piattaforma Bandcamp. Grafiche e artwork sono a cura di Andrea Cara (Inkline).
[foto id=”292985″]Utilizzo e ricerco volutamente suoni taglienti e abrasivi, elementi peculiari del mio lavoro – racconta Luca Marcia, parlando del progetto Malignis Cauponibus -, ricercando nei meandri della lingua sarda, italiana e inglese ogni vocabolo che soddisfi maggiormente il senso dei testi che scrivo, per costruire il miglior quadro possibile associandovi la mia musica. Per questo motivo seleziono diversi termini o parole in sardo tra logudorese e campidanese, in un gioco di parole, di morbidezza e ruvidità che solo la lingua sarda riesce a donare. La mia idea è quella di proseguire con la scrittura di un altro concept album finalizzato alla crescita ed espansione del progetto anche fuori dall’isola. Dal blues tendo a muovermi su altri fronti, rumorismo, impro radicale, jazz, folk e world music. La mia caratteristica è quella di non replicare mai lo stesso spettacolo e tendo sempre a variare ogni volta studiando sempre nuove soluzioni estetiche che estendano la ricerca. Penso a questo progetto per i teatri e lavoro affinché possano nascere delle prolifiche collaborazioni con artisti provenienti da diverse parti dell’Europa, come la Francia, il Belgio e la Penisola Balcanica, luoghi in cui mi è già capitato di raccogliere diversi consensi.
[foto id=”292986″]
La presentazione ufficiale di A-Pathos si terrà sabato 11 gennaio alle 22 al Fabrik di Cagliari (ingresso a 5 euro riservato ai soci CSAIN) e l’evento sarà patrocinato, per l’occasione, dalla Regione Autonoma della Sardegna. Luca Marcia sarà affiancato per l’occasione dai musicisti Massimo Loriga, Marco Caredda e un cast di artisti a sorpresa svelati nel corso della serata. Per le modalità di adesione, visitare l’apposita pagina web (evento Facebook).
I giornalisti interessati possono richiedere disco e press kit all’indirizzo mail [email protected]
Il disco: A-Pathos
A-Pathos è il primo disco dell’artista Luca Marcia, partorito dopo anni di profondo studio e ricerca. L’album si apre con l’infuocata Intro (Tasinantau), che apre le danze e infiamma l’ascoltatore trascinandolo nel polveroso e abrasivo mondo di Malignis Cauponibus.
Segue Sicore, un blues rivisitato in perfetto stile Howlin’ Wolf: un incendio estivo che marcia bruciando la terra nell’indifferenza generale di un popolo che osserva impotente il disfacimento della sua terra.
Perdas è il terzo brano che si fa teatro emblematico di un’isola (la Sardegna), che non sa più sognare. Il ricatto occupazionale assopisce la voglia di cambiare, annebbiando la voglia e la capacità di sognare.
Cisto è una ballata psichedelica che sconfina nel progressive, tra sapienti intrecci di piano e chitarra. Il brano è il dialogo introspettivo di un piromane a cui viene chiesto di appiccare un incendio affinché il cisto ricresca rapidamente. Eufemismo di chi vuole distogliere l’attenzione da un problema reale, ribadendo il concetto di sicore mentale.
Bella Stasida è una cavalcata spagnoleggiante forgiata da suoni d’acciaio e malinconiche scale di pianoforte.
La penultima traccia è Impicau, scandita dal suono delle campane e marcata dal beat box con la voce e il lamento di un’armonica. È l’immagine di una morte simbolica, di una ricrescita dopo aberrazioni lavorative, è un grido alla ribellione e tentativo di cambiare il punto di vista di chi prima ti ha giudicato.
A-Pathos si chiude con My Pride, tenendo l’ascoltatore nella scomoda e polverosa situazione iniziale tra la slide guitar, la graffiante voce di Marcia e una fisarmonica che reinterpreta un ancestrale motivo folk.
L’artista: Luca Marcia
Luca Marcia è un musicista e compositore sardo originario di San Sperate. Si avvicina allo studio della chitarra classica in adolescenza, stabilendo con questa un rapporto d’amore e odio che non l’ha mai abbandonato. Negli anni ha militato in band e formazioni tra le più curiose e disparate.
[foto id=”292984″]
Nel 2015 partecipa al Sound4Social, premio conquistato con due canzoni registrate in frenesia con il contributo di Giacomo Salis. Nasce, così, il progetto Malignis Cauponibus (dal latino “tavernieri imbroglioni”), concepito inizialmente come gruppo, e ben presto naufragato tra i crocicchi delle strade fuori Sardegna come progetto cantautorale.
[foto id=”292983″]
Proprio fuori l’isola maturano testi per voce e chitarra, scaturiti dalla prolifica penna di Marcia che, una volta tornato in terra sarda per partecipare al Premio Anselmo Spiga (nel 2018), riassume le sue canzoni e avventure nel disco “A-Pathos”, con l’obiettivo, ora, di raccontare queste stesse avventure in Sardegna e soprattutto fuori dall’isola.
[foto id=”292987″]