Cosa è e come nasce il Bisso
Il Bisso è un filamento secreto dalla Pinna nobilis, mollusco bivalve simile ad una grande cozza che può superare il metro di altezza, presente esclusivamente nel Mar Mediterraneo, e specie protetta dal 1992 in quanto rischia l’estinzione.
A contatto con l’acqua, il muco secreto si solidifica diventando un batuffolo grezzo che, sapientemente e pazientemente lavorato con le mani e poi filato con un fuso di legno, si trasforma in una fibra.
Sottile e dorata, leggera ma molto resistente, si tratta di una fibra ideale per tessere creazioni preziose che paiono dei veri e propri ricami che brillano al sole.
Già nell’antichità, si ricavavano pregiati tessuti con il Bisso attraverso cui i personaggi più ricchi e influenti delle società babilonese, assira, fenicia, ebraica, greca e romana, dimostravano il proprio status symbol, in quanto i manufatti erano caratterizzati da rara bellezza.
Chiara Vigo e la sua arte ereditata dal Maestro
Chiara Vigo nasce a Calasetta, sulla costa nord dell’isola di S’Antioco, il 1° febbraio del 1955. Introdotta alla cultura del Bisso e alla tessitura dalla nonna Leonilde Mereo, straordinaria figura nota a Sant’Antioco e nell’intera Europa, ultima maestra che in quegli anni fa scuola di Bisso, Chiara eredita e custodisce con amore e passione il segreto della raccolta, della produzione e della lavorazione del Bisso, che, grazie anche a profonde spiritualità e sensibilità, sfocia in opere a dir poco favolose.
I manufatti di Chiara riprendono temi della tradizione antica: leoni, uccelli e pavoni e per realizzarli non ha di certo rinunciato a sacrificio, pazienza, fatica, duro lavoro in acqua marina, studio e costanza.
Dalla nonna, definita da lei “il Maestro”, e che addirittura scendeva in mare totalmente vestita per cercare il mollusco, ricavarne il filamento e utilizzarlo nei suoi arazzi, Chiara ha imparato la sapienza, la cura del dettaglio nella tessitura, la colorazione derivata dalla natura (melograno, elicriso, bucce di cipolla, lentischio, robbia, mirto, macerazioni, decotti).
Tuttora, Chiara sembra l’unica che voglia tenere in vita una tradizione millenaria con la consapevolezza, triste ma realistica, che la perdita del filo del Bisso equivarrebbe alla perdita del senso di preziosità e di unicità della natura, del sapere, dell’arte che le comunità del Mediterraneo hanno espresso nella loro storia.
Le è rimasto il giuramento fatto alla nonna: tesserà il Bisso finché le sarà possibile.
È stata invitata a conferenze e meeting internazionali, ha vinto premi, esposto opere nei più famosi musei, tessuto stemmi per diverse città, creato opere su commissione e si dà da fare per la tutela dell’ambiente marino; inoltre collabora con la Facoltà di Chimica di Bologna e con il Dipartimento di Biologia Marina di Cagliari.
Il FILO DELL’ACQUA e il nuovo progetto
Chiara creò un museo proprio, pieno di eventi e iniziative dal 2006 al 2016, anno in cui il Comune la invitò allo sgombero con la motivazione di problematiche dovute all’impianto elettrico.
Ecco perché è sorto SOS MUSEO DEL BISSO, progetto di raccolta fondi promosso dall’associazione IL FILO DELL’ACQUA, nata dalla scuola degli allievi del Maestro Chiara Vigo, per l’acquisto del locale sito in via Regina Margherita n°168 a Sant’Antioco.
L’obiettivo è raccogliere 85.000,00 euro tramite donazioni, sponsorizzazioni e iniziative.
Si può fare una donazione mediante la pagina SOS MUSEO DEL BISSO del sito dell’associazione presentando un’iniziativa che promuova il progetto e che testimoni il coinvolgimento e l’entusiasmo della cittadinanza e di chiunque desideri.
Alessandra Leo