L’intero comparto dovrebbe essere uno dei pilastri portanti dell’economia regionale, invece è diventato un tema drammatico, che la maggioranza teme di affrontare, dando l’idea di aver abbandonato completamente i lavoratori e il settore. Un’economia identitaria, tanto sbandierata in campagna elettorale ma, poi, rimasta lettera morta. È trascorso oltre un anno, ma la situazione è allo stato iniziale: i pastori sardi sono nelle medesime condizioni dello scorso anno.
Ad oggi, ciò che è stato offerto nelle trattative ministeriali è un unico prezzo concordato. In questo modo, però, si fa cartello ignorando le indicazioni dell’Agcom. Il prezzo pagato per il latte ovino arriva a 80 centesimi, ben al di sotto dei costi di produzione, e non è stato risolto il problema sulle eccedenze del pecorino romano da destinare agli indigenti. Non è cambiato il sistema che genera il prezzo del latte e nemmeno i poteri instabili della filiera. In conclusione, non esiste un prezzo del latte equo.
È urgente concludere il percorso intrapreso nei tavoli Ministeriali – esorta la consigliera Cuccu – per consentire la risalita del prezzo del pecorino romano. I pastori devono avere la giusta remunerazione e il rilancio della filiera. È più che necessaria la messa in campo di tutti gli strumenti possibili, in modo che si delinei un percorso che ridia nuovamente serenità al mondo delle campagne. I pastori devono avere la giusta remunerazione.
Cuccu, segretaria della commissione Sanità e Politiche Sociali, aggiunge:
La tracciabilità di tutta la filiera lattiero-casearia, grazie soprattutto al M5S, è legge nazionale. Siamo in attesa della conclusione della conferenza Stato-Regioni affinché cominci, immediatamente, la registrazione del latte per la campagna 2020, uno dei nuovi strumenti che renderà possibile programmare la produzione in base alle richieste di mercato. Sulle azioni giudiziarie in corso – conclude la Cuccu, ora in veste d’avvocato – ho piena fiducia nella magistratura e confido che, in un ambito tanto martoriato, trascurato ed abbandonato, saprà ben discernere tra il diritto di difesa del proprio lavoro e il reclamare i diritti del comparto, dalla commissione di illeciti da reprimere e sanzionare, eventualmente, con le attenuanti del caso.