La donna, infatti, sarebbe stata convinta da una sua amica marocchina, la quale le avrebbe promesso un compenso di 5mila euro se avesse acconsentito alle nozze con il nipote; tutto ciò per far ottenere a quest’ultimo, un 27enne nato in Marocco, un titolo valido per vivere in Italia.
Fatte le valigie, sarebbe quindi volata in Africa lo scorso Novembre con l’intenzione di tornare a casa dopo la firma dell’atto e il disbrigo delle varie pratiche.
Tuttavia, una volta lì, la donna avrebbe cambiato idea: infatti le difficoltà burocratiche per ottenere il divorzio dall’ex-marito, anch’egli marocchino, l’avrebbero decisa a ripensare al matrimonio e a ritornare a casa.
Non dello stesso avviso il futuro sposo, che al rifiuto della donna, l’avrebbe sequestrata con la complicità dei familiari, imprigionandola in una casa a 20 chilometri da Marrakesch.
Dopo averla segregata in una stanza con le sbarre alle finestre, le avrebbe quindi impedito di contattare la propria famiglia ma, per fortuna, la donna sarebbe riuscita a nascondere il cellulare e a mandare alcuni messaggi.
La sorella, allarmata da una videochiamata in cui erano evidenti le condizioni di angoscia e paura in cui versava la donna, spaventata poiché ogni altro tentativo di ricontattarla fu inutile, avrebbe sporto denuncia presso la Questura di Sassari che ha subito attivato lo SCIP.
Le indagini avrebbero quindi accertato l’effettiva segregazione della donna, che, nel frattempo, si era fratturata gli arti inferiori e lesionata alcune vertebre tentando la fuga lanciandosi dal terzo piano; sarebbe stata quindi ricondotta in casa dal suo aguzzino senza ricevere assistenza sanitaria.
Dopo lunghe ricerche, gli sforzi congiunti tra lo SCIP e il supporto operativo di sicurezza di stanza a Rabat hanno portato all’arresto del sequestratore e alla liberazione della donna, che ora si ritrova ricoverata in una struttura ospedaliera della zona, in attesa che i medici diano l’assenso per il suo ritorno in Italia.
di Mauro Zuddas