Epidemia di Wuhan: si cercano i “super untori”; nel frattempo la città è isolata.
Super untori nell’epidemia di Wuhan
Tra i 618 pazienti* infetti da Coronavirus cinese (4.000 secondo l’Imperial College di Londra) potrebbero esserci uno o più “super untori”: persone che – con tosse e starnuti – spargerebbero più virus rispetto ad altri, rivestendo un ruolo cruciale nella diffusione dell’epidemia.
Secondo le dichiarazioni del primo cittadino di Wuhan alla CCTV, infatti, un paziente avrebbe contagiato un medico e 13 infermiere perché ammesso in sala operatoria senza che prima venisse sottoposto a controlli, manifestando i sintomi una volta operato.
*Dati riferiti al 23 gennaio. Al 24 gennaio se ne stimano più di 800 e salgono a 25 i decessi.
Casi come questi, tuttavia, non sono di certo una novità.
I “super untori” nelle precedenti epidemie
Basti pensare al dottore cinese che, nel 2003, durante il suo soggiorno a un hotel di Guangzhou, ha trasmesso il virus della SARS agli altri ospiti, che poi l’hanno portato in Vietnam, Hong Kong, Singapore e Canada.
Solo a Singapore, in accordo con l’OMS, si contarono 94 casi riconducibili allo stesso ceppo dell’hotel di Guangzhou!
Un fatto analogo è accaduto nel 2015, in Corea del Sud, quando un paziente ha trasmesso il virus della MERS – Middle East Respiratory Syndrome -, parente della SARS e di 2019-nCoV, a 82 persone.
È chiaro, dunque, che individuare in tempo i “super untori” sia fondamentale per contenere il contagio, affinché non si ripetano eventi di simile portata.
Epidemia di Wuhan: la città è completamente isolata
Nel frattempo la città di Wuhan, che ricordiamo essere un importante snodo dei trasporti, è completamente isolata.
L’aeroporto, le stazioni dei treni e le autostrade sono chiusi, i servizi pubblici sospesi fino a nuovo ordine e i cittadini obbligati a indossare la mascherina fuori casa.
Ai funzionari di salute pubblica, inoltre, è stata conferita l’autorità di mettere in sicurezza le aree colpite e in quarantena i pazienti.
Misure, queste, volte sì a contenere l’epidemia ma forse arrivate troppo tardi, come dimostra la diffusione del virus in quasi tutta la Cina continentale, Thailandia, Taiwan, Corea del Sud, Giappone e USA. Per ora è tutto.
Noi di Sardegna Reporter seguiremo l’evolversi della situazione e, in caso di novità, vi terremo aggiornati.
Jessica Zanza