“In Italia dal 1980 al 2017 le superfici interessate dal fuoco sono state pari a 4.061.988 ettari, equivalenti a 5.689.058 campi da calcio, con una media annua di 106.894 ettari; Roma si estende per circa 128.700 ettari. Nell’area mediterranea peggio dell’Italia solo la Spagna con 6.179.279 ettari andati in fiamme e il Portogallo con 4.512.336 ettari. I dati disponibili ci dicono che nonostante l’ultimo decennio abbia visto una diminuzione della superficie forestale percorsa dalle fiamme, eventi estremi che favoriscono l’innesco del fuoco si presentano con sempre maggiore frequenza e intensità come a esempio nelle annate del 1993, 2007 e 2017, anno in cui sono stati circa 8.000 incendi e sono bruciati oltre 160.000 ettari tra superficie boscata e non boscata. Dai dati raccolti dall’European forest fire information system (Effis) si evince che in Italia nel 2019 è stata interessata dal fuoco una superficie di 20.395 ettari”. Lo ha dichiarato Ilaria Falconi, Consigliere Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale ( SIGEA).
La SIGEA ha scritto al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per l’adozione di azioni preventive semplici come il divieto delle Lanterne volanti cinesi.
“Questi dati impongono la necessità, in un Paese ricco di Patrimonio Naturalistico e Paesaggistico, di politiche di prevenzione partendo anche dalle semplici e non necessarie cattive consuetudini come le lanterne volanti.
La Sigea nei giorni scorsi ha scritto al Ministro dell’Ambiente, Gen. Sergio Costa, e a tutti i Presidenti delle Regioni italiane chiedendo la definizione urgente di un provvedimento normativo che vieti la vendita e l’uso su tutto il territorio nazionale e durante tutto l’anno di lanterne volanti con fiamma libera – ha annunciato, Antonello Fiore, Presidente Nazionale della SIGEA – prevedendo sanzioni per i trasgressori che metteranno a rischio l’ambiente e l’incolumità di persone e animali.
Questa richiesta diventa tanto più urgente se si pensa alle recenti cronache riguardanti l’incendio verificatosi allo zoo di Krefeld (Germania) durante il quale sono morti 30 animali e gli sviluppi delle indagini che attribuiscono molto probabilmente la causa del rogo all’utilizzo delle “lanterne volanti”, note anche come lanterne cinese, mongolfiera di carta o lanterne Kongming.
Anche in Italia, negli ultimi anni si sono verificati incendi causati dalle Lanterne cinesi. In alcuni comuni del milanese sono state già vietate.
In Europa e in Italia si deve avviare un momento di analisi con l’assunzione di responsabilità politiche al fine di prevenire fatti analoghi con conseguenze disastrose.
Gli incendi catastrofici che si stanno verificando in Australia, viste le proporzioni, avranno sicuramente effetti planetari e cause diverse. Però tale emergenza richiede un’attenta riflessione anche in ambito europeo e italiano e una presa di coscienza sulla prevenzione all’innesco del fuoco.
Le lanterne volanti, che per sollevarsi in aria si avvalgono dello stesso principio delle mongolfiere, sono formate da materiale infiammabile (struttura rigida realizzata con materiali leggeri rivestita di carta) associato a una fiamma libera. Una volta accesa la fiamma dello stoppino e determinato il loro sollevamento in volo non si riesce più a controllare traiettoria e destinazione.
L’uso di queste lanterne volanti, alimentate da una fiamma libera, protagoniste indiscusse di molti riti, festival e cerimonie in Oriente, si sta diffondendo sempre più anche in Occidente e in Italia. Infatti, sta divenendo sempre più comune l’utilizzo delle lanterne volanti durante manifestazioni pubbliche o feste private (compleanno, matrimoni, ecc) al fine di creare atmosfere emotive ma con conseguenze qualche volta devastanti per l’ambiente. La loro pericolosità è accertata tanto che già in alcuni Paesi europei è vietato l’uso.
L’uso delle lanterne volanti è stato già causa nel nostro Paese d’incendi, incendi che come è noto non hanno solo un effetto diretto sulla flora e la fauna, ma lasciano una nefasta eredità al territorio, e alla popolazione che lo abita, esponendoli per lunghi periodi al dissesto geo-idrologico.
Si fa presente che anche per il settore degli incendi boschivi, come per il dissesto geo-idrologico, il rischio sismico, le crisi ambientali quali siccità e l’inquinamento, per citarne solo alcune, l’unica vera tutela dell’ambiente, dei beni, delle vite umane e animali è la prevenzione”.
La Società Italiana di Geologia Ambientale è riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare.