Perentorio l’annuncio del presidente della camera Mohammed Halbusi “ Il parlamento ha votato in favore dell’impegno del governo per la revoca della richiesta di aiuto lanciata alla coalizione internazionale contro l’Isis”.
La situazione mondiale rimane estremamente tesa dopo il raid ordinato dal presidente Trump che ha portato alla morte del generale iraniano Qassem Soleimami, ucciso sul suolo iracheno: l’approvazione della mozione di espulsione infatti è stata appoggiata dal premier Adil Abdul Madhi, che ha anche reso noto durante una seduta di emergenza del Parlamento, di esser stato avvertito pochi minuti prima del raid dalle autorità U.S.A ma di non aver acconsentito all’operazione.
“ È nell’interesse di entrambi i paesi liberare l’Iraq dalla presenza di truppe straniere” ha sentenziato Madhi, mentre in risposta, Teheran ha annunciato un’ulteriore diminuzione degli impegni presi con l’adesione al l’intesa sul nucleare del 2015, decidendo di attivare un numero illimitato di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio.
Anche Hezzbollah ne approfitta per soffiare sul fuoco: Seyed Hassan Nasrallah, leader del movimento sciita libanese, non tarda a rivolgere un appello all’Iraq: “ L’assassinio di Soleimani è un chiaro ed evidente crimine che segna una nuova fase non solo per l’Iraq o l’Iran, ma tutti i gruppi di resistenza dell’intera regione.”
Ieri mattina si è dato inizio al primo dei tre giorni di lutto proclamati in Iran in memoria del generale; la televisione di Stato, con lo schermo listato a lutto, ha trasmesso una diretta del corteo: una folla oceanica si è riversata per le strade di Ahvaz sventolando bandiere rosse e verdi, i colori del sacrificio dei martiri e dell’Islam, stringendo i ritratti di Soleimani, urlando slogan anti-americani e bruciando bandiere a stelle e strisce.
di Mauro Zuddas