Ci saremo anche noi a Roma il 18 gennaio prossimo, con Rotondi e Cesa – dichiarano i vertici del Movimento dei Sudisti italiani – in quanto riteniamo improrogabile la nascita del centro moderato in Italia, alternativo alla destra dell’asse sovranista Salvini-Meloni e alla sinistra che, purtroppo, non difende più gli interessi dei lavoratori e del proletariato. Riteniamo anche necessaria la soluzione della questione meridionale, rimasta in sospeso per lunghi decenni, non solo per creare finalmente l’unità d’Italia e, pertanto, restituire dignità al Sud Italia, ma anche per dare vigore all’economia dell’intero Paese. Le forze democratiche della politica sentono l’urgenza di far vivere l’unità socio-economica della nazione italiana, perché non vi sia più un Nord Italia economicamente all’avanguardia e un Sud Italia sempre più ai margini della vita economica e sociale. Non si può negare che, se il Sud Italia si affermasse economicamente, anche il Nord ne trarrebbe vantaggio, né si può lasciare il governo del nostro Paese nelle mani delle destre, in quanto fomentano odio razziale, discriminazione sociale e violenza. Un partito politico che si collochi al centro saprà essere, senza dubbio, mediatore di tutte le istanze socio-economiche e politiche, alle quali le forze di destra e di sinistra, troppo unilaterali e sbilanciate, non sanno offrire alcuna risposta. Occorre un’ottica politica che integri e concili le diverse aspirazione e necessità espresse dalla nostra nazione, sia dai cittadini del Nord Italia, sia dai cittadini del Sud Italia. Al centro si dice che vi sia la virtù e, difatti, mancando nel costrutto politico italiano il centro, che operava democraticamente nella scena politica italiana del recente passato, molte istanze restano inascoltate, non vivendo più l’intento di accogliere le varie voci che la nazione esprime. Ciò provoca emarginazione e destrutturazione della realtà che non vive solo di opposti, ma contiene le infinite espressioni dell’esistenza umana. La realtà non è “a tutto tondo” e, pertanto, sia la destra sia la sinistra saranno sempre deficitarie nella comprensione dell’intera dimensione della realtà umana, sociale e politica. Da ciò emerge la necessità di creare il centro che tutto accoglie in un disegno unitario, finanche le istanze di chi guarda solo a destra e solo a sinistra. L’Italia si è impoverita ancora più con il bipolarismo della cosiddetta seconda Repubblica, che ha voluto semplificare, con grande superficialità, la lettura della dimensione politica della nostra nazione, creando due opposti, ossia destra e sinistra, incapaci di risposte davvero unitarie e, pertanto, sbilanciate rispetto alla realtà sociale e politica della nostra nazione, che è multiforme e variegata. La necessità della creazione del centro politico è vitale, non solo in quanto unifica la nazione italiana, ma anche in quanto riscopre la centralità dell’essere umano nella vita politica, la centralità dei valori democratici, che appartengono alla collettività e non a porzioni di essa e la centralità dello Stato, inteso come espressione di tutti i valori di cui ogni persona, che in esso vive, è portatrice, non solo di coloro che si collocano a destra o a sinistra. Sono state, pertanto, formulate, negli ultimi trent’anni di storia politica italiana, risposte parziali e settarie alle problematiche sorte dal tessuto socio-economico, in quanto non sono state sorrette da una lettura unitaria della realtà italiana. Urge, perciò, creare il centro al fine di offrire dignità ad ogni cittadino italiano. Non vi è dubbio che la lettura politica della realtà non può essere unilaterale o bilaterale, ma multiforme, in quanto sarebbe monca e cieca. Non si può negare che la Democrazia Cristiana ha condotto l’Italia verso il boom economico e che è stato un modello che il mondo ha apprezzato. Il fiorire dell’economia nel dopoguerra è stato possibile grazie a una visione politica di ampio raggio, alla quale la Democrazia Cristiana si è ispirata: la Fiat e le grandi aziende italiane, nonché Berlusconi, hanno potuto affermarsi grazie alla politica lungimirante a cui essa ha dato vita. L’economia italiana era diventata fiorente e anche alcuni territori del Sud Italia partecipavano al suo progresso. Non si può non constatare che attualmente governi il vuoto; difatti, la classe politica attuale è priva di una visione politica che tenga conto dell’uomo e della sua centralità. Riteniamo, pertanto, doveroso far rinascere il centro politico per avviarci sul percorso della rinascita italiana del dopoguerra, che diede vigore a un’Italia stremata dalla guerra. Con la rinascita della Democrazia Cristiana non solo l’intera nazione, ma anche il Sud Italia, potrà riscattarsi dalla povertà economica e morale, grazie a un’azione politica che faccia convivere il piano politico con il piano spirituale della vita. Appare evidente che la questione morale dovrà essere la prima questione a cui porre mano affinché vi sia realmente il riscatto della nazione italiana e, conseguentemente, il riscatto del Sud Italia: Nord Italia e Sud Italia potranno governare finalmente insieme, in modo chiaro e trasparente. Sarà così sgominato il vuoto e nichilistico sovranismo. Tra i principali obiettivi della nuova Democarazia Cristiana vi saranno la riproposizione della legge 285 per l’occupazione, la detassazione per chi farà nascere imprese nel Sud Italia e la cura dell’ambiente. I Sudisti si battono per l’unità d’Italia, mai realizzata, contro il razzismo e ogni forma di discriminazione. Riteniamo, inoltre, che la rifondazione della Democrazia Cristiana costituisca l’unica via di uscita dal rischio del totalitarismo, dell’odio sociale e della povertà, che incombe sulla nostra nazione.
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