A dirlo è Maria Filomena Dedola, responsabile della Radioterapia nell’AOU di Sassari che non ci sta, all’indomani delle notizie apparse sulla stampa, a far disegnare come immobile la Radioterapia del Nord-Ovest della Sardegna.
Al contrario, si tratta di un settore con una grande attività.
Ogni giorno – racconta – abbiamo circa 55 pazienti in trattamento, cioè che svolgono una terapia quotidiana che può durare anche 2 mesi. Si aggiungono 10 pazienti al giorno in visita di controllo in trattamento, ancora 10 sono le visite ambulatoriali giornaliere di follow-up e circa 5 sono i nuovi pazienti al giorno. Il tutto portato avanti da una équipe di cinque medici, due fisici e nove tecnici.
E sui tempi d’attesa porta subito un esempio:
Tanto per intenderci, nel caso di una paziente con tumore alla mammella, una delle patologie più frequenti, non passano più di 3 mesi per la realizzazione della radioterapia – afferma –: un tempo “oncologicamente” corretto per questa patologia. La radioterapia trova indicazione, con intenti diversi – prosegue la specialista –, in circa il 60 per cento degli ammalati di tumore, nel corso complessivo della storia clinica. E visto che le indicazioni all’utilizzo della radioterapia si stanno ulteriormente ampliando con l’avvento delle nuove metodiche, si presume che il bisogno di radioterapia crescerà di circa il 20 per cento entro il 2020.
Se si pensa che in Sardegna, ogni anno, si registrano oltre 9 mila nuovi casi di tumore e i decessi raggiungono quasi quota 5 mila all’anno, la radioterapia svolge un ruolo fondamentale nella cura delle neoplasie. Con l’aumentare della complessità dei trattamenti radioterapici aumenta l’efficacia della terapia e dei risultati della cura, ma aumenta nel contempo il fabbisogno di personale specializzato da impiegare e aumenta il tempo richiesto per i trattamenti effettuati.
Per questo sarà necessario rivedere il parco macchine a disposizione dell’Azienda di viale San Pietro. Per quanto riguarda la dotazione alla struttura, esistono due progetti per l’ammodernamento delle due apparecchiature radioterapiche che prevedono la loro sostituzione, vista anche l’età media superiore ai 10 anni.
Per il primo progetto – afferma – stiamo aspettando i fondi, già stanziati, che fanno parte del finanziamento ministeriale destinato all’ammodernamento tecnologico delle radioterapie del Sud Italia. Si tratta di 9 milioni e 850mila euro destinati alla Sardegna, 3 dei quali per Sassari. Il progetto prevede la sostituzione delle apparecchiature obsolete con nuove di alta fascia; questo anche per ridurre quel gap dato dalla nostra insularità.
Per il secondo progetto, la dottoressa Dedola ha collaborato con un gruppo di lavoro regionale che ha tracciato il fabbisogno di radioterapia in Sardegna e, attraverso ulteriori finanziamenti, punta alla sostituzione delle restanti apparecchiature obsolete ancora in uso.
L’AOU di Sassari, conscia dell’importanza cruciale di questa specializzazione nell’ambito della cura oncologica, sta portando avanti un progetto per la Radioterapia locale che prevede ampliamento della dotazione organica e un piano di investimenti tecnologici in tale ambito, in collaborazione con l’assessorato regionale della Sanità.
Per la sostituzione di una delle due macchine della Radioterapia sassarese si pensa all’acquisto di un apparecchio di Tomoterapia.
Si tratta di una tecnologia diversa rispetto a quella che viene utilizzata con l’acceleratore lineare – spiega ancora Maria Filomena Dedola – perché ha una Tac integrata e un metodo di erogazione differente, che permette un trattamento veloce e sicuro.
Nei prossimi giorni è previsto un incontro in assessorato per discutere proprio dei temi relativi alla Radioterapia.